Articolo in collaborazione con @VanEck
I dividendi figurano come un importante strumento a disposizione degli investitori per assicurarsi un reddito costante e stabile. Il loro ruolo e la loro rilevanza nei mercati finanziari tendono ad essere accentuati nei momenti in cui regna incertezza e rischio diffuso, proprio come quello che stiamo vivendo attualmente. A causa infatti di un mix di fattori, quali ad esempio il recente conflitto tra Russia ed Ucraina, una spirale inflazionistica sempre più fuori controllo ed una serie di rialzi di tassi d’interesse previsti dalla Federal Reserve americana, molti investitori si sono orientati nuovamente verso prodotti storicamente dagli elevati rendimenti da dividendi. Dopo un relativamente lungo periodo caratterizzato da una più diffusa propensione generale verso “growth stocks” (ovvero tipicamente azioni di aziende con aspettative di crescita superiori al mercato, che solitamente sono caratterizzate da valutazioni elevate ed assenza di dividendi, dal momento che reinvestono tutti o gran parte degli utili che generano) e strumenti dalla volatilità maggiore, le preferenze degli investitori si sono nuovamente spostate verso quanto di più sicuro e stabile il mercato può attualmente offrire; in questa categoria figurano proprio strumenti finanziari che distribuiscono dividendi stabili e costanti.
È importante sottolineare quanto i dividendi possano essere significativi per un investitore e quanto possano contribuire sul ritorno totale di un investimento. Il ritorno da dividendi, laddove presente, va infatti ad accompagnare il ritorno sul prezzo: la loro somma produce quello che è comunemente noto come ritorno totale. L’entità del rendimento da dividendi è variabile e a seconda dei casi può migliorare anche notevolmente il ritorno totale, specialmente laddove l’evoluzione del prezzo dell’azione, o dello strumento, non brilli. Il seguente esempio rappresenta perfettamente come il ritorno da dividendi possa assumere particolare rilevanza. I seguenti grafici si riferiscono a British American Tobacco, multinazionale britannica specializzata nella realizzazione di prodotti basati sul tabacco. Fondata nel 1902, vanta una presenza internazionale ed un fatturato nell’ordine di 25 miliardi.
L’effetto che dividendi elevati possono avere sul ritorno totale di un investimento puó essere sbalorditivo; con un orizzonte temporale di 10 anni, a fronte di un ritorno di prezzo del 13% circa, l’ottenimento regolare di dividendi elevati determina un ritorno totale dell’88%. Ben il 75% circa più elevato del ritorno di prezzo originario. La performance passata non é garanzia di rendimenti futuri.
Una dinamica simile può essere osservata anche ad esempio con l’S&P 500, il che rende veramente l’idea di quanto i dividendi siano importanti per un investitore e non possano essere assolutamente sottovalutati. Senza l’erogazione di dividendi, un investimento nell’S&P 500 nel 2012 avrebbe reso il 197%. Considerando i dividendi si arriva al 260% circa, in data 19/05/22.
Esistono numerose modalità per investire in prodotti finanziari contraddistinti da rendimenti da dividendi elevati e stabili nel tempo. Ecco alcuni esempi:
1) Singole azioni dagli alti dividendi (Dividend Aristocrats ad esempio)
2) REITs
3) ETF specializzati nella distribuzione di dividendi
Cominciando dalla prima categoria, per Dividend Aristocrats si intendono quelle aziende che hanno aumentato il proprio dividendo in ognuno degli ultimi 25 anni consecutivamente. In data 2 maggio 2022 erano presenti 65 Dividend Aristocrats. Il primato spetta a Dover che ha incrementato il proprio dividendo per ognuno degli ultimi 66 anni. Procter & Gamble registra invece 65 anni di aumenti. Il grafico sottostante riassume questa statistica per alcune celebri aziende americane diffuse in tutto il mondo e che realizzano prodotti di uso quotidiano per la maggior parte di noi.
I REITs invece, il cui nome completo è Real Estate Investment Trust, sono aziende sottoposte a particolare regolamentazione le quali posssiedono varie proprietà, solitamente in diversi settori, che producono reddito costante e relativamente stabile. Danno dunque la possibilità ad ogni investitore, non soltanto hedge fund o banche, di ottenere nel proprio portafoglio tutti i vantaggi del settore Real Estate; in primis dividendi consistenti e stabili. Il più diffuso modello di business di queste aziende consiste infatti nel dare in leasing vari tipi di proprietà e raccogliere successivamente il reddito stabile che esse generano. A seconda del tipo di proprietà su cui si focalizzano sono organizzati in varie categorie: residenziali, sanità, uffici ed industriali sono solo alcuni esempi. Inoltre, a causa della specifica struttura giuridica che li regola, sono obbligati a distribuire annualmente almeno il 90% dei ricavi sotto forma di dividendi. A testimonianza di ciò se nel mese di aprile il rendimento da dividendi dell’S&P 500 si attestava sul 1.44%, il FTSE Nareit offriva il 3.29%. Il grafico sottostante confronta i rendimenti da dividendi dei REIT del Nord America divisi per categoria. L’orizzonte temporale va da Febbraio 2021 ad Aprile 2022.
Come è possibile notare, il rendimento medio dei REIT a media e larga capitalizzazione si attesta intorno al 3.5%. Migliori nella categoria sono quelli incentrati sul settore della sanità mentre i peggiori rientrano nella sfera industriale.
Ogni trimestre i REITs nord americani hanno distribuito cifre considerevoli sotto forma di dividendi. Negli ultimi anni si sono attestati sempre sopra i 10 miliardi.
Terza tipologia di prodotti per porre in essere strategie di investimento focalizzate sui dividendi sono gli ETF. Esistono numerosi ETF specializzati nel selezionare aziende che erogano dividendi. Anche VanEck, asset manager specializzato nell’offerta di ETF, presenta un prodotto con questa caratteristica. Seleziona 100 azioni dei mercati sviluppati facendo uno screening basato su rendimento da dividendi, resilienza e probabile crescita. Risulta essere molto diversificato su scala globale, sia in termini di settori che paesi.
Molto interessante notare come la performance sia radicalmente migliorata a partire da inizio 2021; proprio quando nei mercati i titoli growth altamente speculativi hanno cominciato a mostrare i primi segni di debolezza, dopo un’ascesa molto forte durante la seconda metà del 2020. Si è infatti instaurata in quel periodo una vera e propria rotazione con gli investitori che hanno cominciato ad orientarsi maggiormente verso titoli value stabili. “La ricerca dei dividendi” si è infatti riaccesa proprio in quel periodo dopo una fase di mercato maggiormente orientata alla ricerca di titoli altamente speculativi per il futuro. Il prodotto ha registrato negli ultimi 5 anni ritorni da dividendi sempre superiori al 4%.
Anche analizzando l’evoluzione degli asset in gestione è possibile notare come recentemente, in concomitanza di condizioni di mercato burrascose, si sia acceso l’interesse per questo prodotto. Sebbene investire in ETF possa fornire diversificazione ed esposizione a varie tematiche di investimento a costi relativamente bassi, è bene ricordare che sono presenti dei rischi. Tra questi figurano ad esempio la volatilità dei mercati ed il rischio di concentrazione.
Cosa sono i dividendi? – Sito VanEck
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