Reuters, tramite uno dei suoi studi, ha evidenziato come l’investitore medio mantiene la detenzione di un titolo per un periodo sempre minore.
Infatti, come si vede dal grafico, il periodo medio di detenzione e’ passato da un massimo di 8 anni, registrato intorno agli anni ’60, a un minimo di 5.5 mesi ad oggi.
Se solo alla fine del 2019 la media era scesa a 8.5 mesi, a giugno di quest’anno si era arrivati al record di 5.5 mesi. Insomma, addio alla logica da investitore sistematico del buy and hold, a causa delle sempre piu’ frequenti speculazioni e all’interventismo delle banche centrali e dell’eccesso di liquidita’.
Inoltre, il combinato di tassi a zero, le piattaforma online senza costi di commissione e/o ingresso e il trading automatizzato e algoritmico ha portato all’abuso di investimento non professionale basato su informazioni che spesso non si patroneggiano, tanto da risultare in alcuni casi palesemente false o basate sul principio del pump’ n’ dump, posto in essere dalle stesse aziende.
Non a caso, la percentuale di portfolio di investimento che hanno subito turnover nell’arco temporale di 12 mesi è salito a un impressionante 92% alla fine di giugno, dal già estremo 85% del dicembre 2019.