Aprile 24, 2024

La corsa verso un futuro verde nel settore automobilistico sta accelerando, trainata dalle politiche ambientali e dalle nuove normative europee. In questa direzione, la Francia si distingue con l’introduzione del “malus écologique”, un’imposta sulle vetture a diesel e benzina considerate inquinanti che può raggiungere cifre impressionanti, fino a 60.000 euro.

La transizione verso un futuro ecologico nel settore automobilistico è ormai una realtà inarrestabile, spinta da politiche ambientali sempre più stringenti e dalla crescente consapevolezza dell’impatto ambientale delle vetture tradizionali. Con sempre più marchi automobilistici che annunciano la loro conversione verso veicoli elettrici, la produzione di modelli elettrificati è in costante aumento. Questa mossa è in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, che mira alla neutralità climatica entro il 2050, con un traguardo intermedio di riduzione del 100% delle emissioni di CO2 entro il 2035.

La Francia si è messa in prima linea in questa battaglia contro l’inquinamento atmosferico, adottando il “malus écologique”, una tassa legata all’immatricolazione di veicoli a diesel e benzina ritenuti inquinanti. Questa imposta può raggiungere cifre notevoli, fino a un massimo di 60.000 euro, a seconda del livello di emissioni di CO2 del veicolo. In pratica, più inquini sono i gas emessi, più salata sarà la tassa da pagare.

Ma come si calcola esattamente questa tassa? Innanzitutto, si parte da un importo minimo di 50 euro, che può incrementarsi in base alle emissioni di CO2 del veicolo. Il peso dell’auto gioca anch’esso un ruolo determinante: per esempio, per le vetture con un peso compreso tra 1.600 e 1.799 chilogrammi, i proprietari dovranno sborsare 10 euro per ogni chilogrammo in eccesso, mentre per quelle che superano i 2.100 chilogrammi, il costo sarà di 30 euro per ogni chilogrammo oltre il limite.

Per determinare se un veicolo è soggetto a questa tassa, è cruciale analizzare le sue emissioni di CO2. Dal gennaio 2024, le automobili a benzina e diesel che emettono più di 117 grammi di CO2 per chilometro, secondo gli standard Wltp, saranno considerate inquinanti e quindi soggette a tassazione. Recentemente, il limite di emissione è stato ridotto da 123 a 117 grammi per chilometro, ampliando così il numero di vetture soggette alla tassa.

Guardando al futuro, le regolamentazioni diventeranno sempre più severe. Il Consiglio europeo ha già adottato il nuovo regolamento Euro 7 per le automobili a settembre dell’anno scorso, mirando a zero emissioni di CO2 entro il 2035. Questo implica standard più rigorosi sulla durata delle batterie e sull’omologazione dei motori e delle prestazioni dei veicoli a motore, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti derivanti dal trasporto su strada. Nonostante gli sforzi, la strada verso una completa transizione ecologica sembra ancora lunga e tortuosa.

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Poggi Leonardo

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