Novembre 17, 2023

Il Rapporto Caritas 2023 evidenzia un allarme sociale: oltre 5,6 milioni di persone, il 9,7% della popolazione, vivono in condizioni di povertà assoluta, segnando un aumento di 357mila casi rispetto al 2021. Il fenomeno, descritto come strutturale, preoccupa anche per le 400mila famiglie a rischio di esclusione dall’Assegno di inclusione.

Il recente Rapporto Caritas 2023 su Povertà ed esclusione sociale in Italia, intitolato “Tutto da perdere”, rileva un aumento allarmante dei poveri assoluti nel paese, con una cifra totale di oltre 5,6 milioni di individui, corrispondente al 9,7% della popolazione. Questi dati rappresentano un incremento significativo di 357mila casi rispetto all’anno precedente, sottolineando una tendenza preoccupante.

Secondo il rapporto, il fenomeno della povertà in Italia non può più essere considerato residuale, ma è diventato un problema strutturale che colpisce un residente su dieci. La Caritas sottolinea la gravità della situazione, lanciando un allarme specifico per le 400mila famiglie a rischio di essere escluse dall’Assegno di inclusione, una componente essenziale nella lotta contro la povertà nel paese.

Nel 2022, i centri di ascolto e servizi informatizzati della Caritas hanno supportato il 11,7% delle famiglie in povertà assoluta, con un totale di 255.957 persone incontrate e assistite. Di particolare preoccupazione è la situazione dei “working poor”, individui e famiglie che, nonostante abbiano un lavoro, non dispongono di un reddito sufficiente per una vita dignitosa. Il rapporto evidenzia anche il fenomeno emergente della “povertà energetica”, con il 19,1% degli assistiti Caritas che ha ricevuto sussidi economici, di cui il 45% è stato destinato a coprire bisogni energetici, come le bollette.

Analizzando ulteriormente i dati, emerge che la povertà è strettamente correlata a bassi livelli di istruzione (66,5% con massimo licenza media inferiore) e fragilità occupazionale, con la disoccupazione (48%) e il “lavoro povero” (22,8%) come principali fattori. Il rapporto sottolinea inoltre la presenza di povertà croniche, con il 45,3% dei casi rappresentato da nuove povertà e il 21% di individui assistiti per un periodo superiore a cinque anni.

Infine, la Caritas mette in luce la preoccupazione per le famiglie escluse dall’Assegno di inclusione a causa della riforma del Reddito di Cittadinanza. Il rapporto suggerisce che circa il 33% dei nuclei già beneficiari del RdC non avrà diritto all’Adi, colpendo potenzialmente 400mila nuclei su 1,2 milioni di famiglie. La transizione verso nuove misure di Supporto alla formazione e al lavoro (SFL) e Assegno di inclusione (Adi) presenta sfide significative, con dubbi sulla reale possibilità di trovare occupazione entro i 12 mesi di copertura economica garantiti dall’SFL. La Caritas conclude sottolineando la necessità di un approccio più ampio per affrontare la crescente crisi di povertà in Italia.

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Poggi Leonardo

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