Aprile 16, 2022

In genere, i mercati ribassisti hanno quattro fasi.
La prima fase è il riconoscimento. Quasi tutti ignorano la diapositiva iniziale di un mercato ribassista come un evento normale. I mercati salgono e scendono.
Vi è poi una fase di panico, una di stabilizzazione, e l’ultima, quella di anticipazione.

Trattare ogni brutta settimana come l’arrivo del mercato orso non solo farebbe a pezzi i nervi, ma causerebbe scarse prestazioni, se l’investitore agisse in base a quell’istinto. Nove volte su 10, realizzare una rapida perdita del 5% o del 10% dovuta dalla vendita comporterebbe una perdita permanente del 5% o del 10%, poiché le azioni tornano rapidamente al livello precedente.

Questo mercato, parlando del 2022, ha raggiunto la fase uno durante la sua terza settimana. Le azioni sono leggermente aumentate durante l’anno, prima di scendere improvvisamente dell’11% nell’ultima settimana di febbraio. In risposta, le società di consulenza hanno emesso note rassicuranti su come accadono queste cose e la volatilità del mercato è naturale. Il mercato azionario è salito il lunedì successivo, non è riuscito a mantenere i suoi guadagni e poi è crollato la seconda settimana di marzo. Il “bear market” era ufficialmente arrivato.

La seconda fase è il panico. Ciò si verifica quando gli azionisti si rendono conto che la consulenza standard è fallita.
L’acquisto durante i ribassi non ha dato i risultati sperati, dato che è nove volte su 10 in questi casi continua il ribasso. Piuttosto, ha portato a maggiori danni, dato che il capitale è stato aumentato. Insieme al dolore (e al rimpianto) delle perdite inaspettate arriva la sorpresa che la tutto quello che si pensava fosse vero fosse in realtà sbagliato. La fede degli investitori viene messa alla prova e in molti si vedono meno forti di quanto pensassero. Prima vendono, poi fanno domande.

Al 23 marzo eravamo nella fase due. Insieme al crollo del 1987, l’attuale crollo – merita pienamente quel nome, con il Dow Jones che è sceso del 37% dal suo picco – è stata la più rapida discesa del mercato azionario dai tempi della Grande Depressione. È difficile applicare un’analisi razionale quando accadono così tante cose, così rapidamente.

La fase tre è la stabilizzazione. Il panico si placa ma la situazione resta cupa. Gli investitori credevano durante la prima fase che i prezzi delle azioni calassero per motivi non proprio fondati, più emozionali che altro, basati sulle news. Ora si rendono conto che le azioni sono calate per una buona ragione e che fino a quando quella ragione non sarà eliminata, continueranno a soffrire. Le perdite ricevute sui mercati non saranno recuperate così velocemente come pensato prima.

Sembrava che fossimo in quella situazione più o meno il 30 marzo. Le azioni hanno fermato il loro declino e sono persino rimbalzate un po’, ponendo fine all’impressione che non faranno altro che calare.

Questo periodo è caratterizzato da turbolenze. Le azioni salgono, a volte furiosamente, solo per poi crollare nuovamente. Il sentimento degli investitori varia tra il cauto ottimismo sul fatto che la fine sia almeno lontanamente in vista e la disperazione che la speranza fosse falsa. Questo è in genere il periodo più lungo del mercato ribassista, che si estende per diversi mesi. (Diversi anni per la Grande Depressione, ma evitiamo di emulare quell’esempio.)

La fase quattro è l’anticipazione. Questo è il momento in cui le azioni iniziano la loro ripresa. Come per l’inizio del mercato ribassista, quasi nessuno ne riconosce la fine fino a dopo che effettivamente crescono. Le notizie in quel momento tendono ad essere quasi senza sollievo, accompagnate da articoli su come sono passati i giorni d’oro dei mercati azionari. Tuttavia, alcuni investitori percepiscono un miglioramento economico lontano nel futuro. Fanno le loro offerte e le azioni iniziano piano piano a salire.

Vediamo comunque qualche esempio di queste fasi nel passato:

Black Monday

Ecco come si svolgevano le quattro fasi 33 anni fa:

Crisi Finanziaria del 2008

Ed è così che si sono comportate più recentemente, dalla fine del 2008 all’inizio del 2009:

Quando recupereranno i mercati questa volta?

Questo schema si applica ai mercati ribassisti causati principalmente dai timori di recessione. Oltre ai due “bear market” storici illustrati sopra, lo schema può essere utilizzato per mappare il crollo molto più piccolo del 1990, il declino del 1981 e il sell-off degli anni ’70.

Naturalmente, i dettagli per ciascuno di questi mercati variano, a volte in modo sostanziale, ma il modello è più o meno simile.

Tuttavia, il modello non funziona per i mercati ribassisti che derivano da altre cause. Ad esempio, il forte calo del mercato azionario dal 1973 al 1974 non si adatta bene alle quattro fasi, perché è stato causato da timori di inflazione in costante aumento. Anche l’implosione delle azioni tecnologiche del 2000-2002 ha fallito il test, perché la principale preoccupazione alla conclusione della New Era era che i prezzi delle azioni fossero aumentati troppo in alto, e non – a parte alcuni titoli Internet – che i guadagni sarebbero scomparsi.

La domanda allora diventa: l’attuale mercato ribassista rientra nella prima categoria o nella seconda?

Il primo sarebbe di gran lunga preferibile. Con quello scenario, l’enorme incertezza sulla diffusione del coronavirus, e il danno economico che gli sforzi di contenimento arrecheranno, scompariranno nei prossimi mesi. I problemi rimarranno tanti e di numero rilevante, ma saranno almeno quantità conosciute e i mercati finanziari sono abili nel pianificare ciò che è noto.

Se il quadro diventa più chiaro, lo schema in quattro fasi è rilevante. A fine marzo sembrava che i titoli fossero entrati nella terza fase, quella della stabilizzazione. Ciò non significa che non diminuiranno ulteriormente, ma la lotta sarà almeno limitata. Entro pochi mesi, non anni, dovrebbe iniziare la ripresa del mercato azionario.

D’altra parte, se le incertezze rimangono alte e irrisolte, forse perché il virus continuerà a mutare in nuove varianti rendendo i vaccini inutili, o perché gli sforzi di stimolo finanziario si rivelano inefficaci, allora tutte le scommesse del modello visto finora saranno da rimandare a data da definirsi.

Pensi che siamo già vicini a una fine dei ribassi di mercato?

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Poggi Leonardo

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