Nel corso del 2022, il Nord Italia è stato responsabile del pagamento di quasi il 60% dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche (Irpef), mentre il 47% degli italiani non ha dichiarato alcun reddito.
Un recente studio condotto da Itinerari Previdenziali ha rivelato che solo il 13,94% dei contribuenti italiani con redditi superiori a 35.000 euro versano il 62,52% dell’intera Irpef. Ciò significa che il 47% della popolazione italiana, compresi i bambini, non contribuisce al gettito fiscale. Nel 2021, sono stati dichiarati redditi per un totale di 894,162 miliardi di euro, con una riscossione complessiva di 175,17 miliardi (157 miliardi per l’Irpef ordinaria, 12,83 miliardi per l’addizionale regionale e 5,35 miliardi per l’addizionale comunale). Questi numeri rappresentano un aumento rispetto ai 164,36 miliardi dell’anno precedente.
Il numero di dichiaranti è in costante crescita, raggiungendo quota 41.497.318, con 31.365.535 contribuenti/versanti, ovvero coloro che pagano almeno 1 euro di Irpef. Questo è il valore più alto registrato dal 2008.
Il presidente di Cida, la confederazione dei dirigenti di azienda, Stefano Cuzzilla, ha commentato questa situazione, definendo inaccettabile che poco più del 13% della popolazione debba sostenere quasi metà degli italiani che non dichiarano redditi e che spesso beneficiano di agevolazioni e sostegni senza dimostrare un effettivo bisogno. Questo 13% guadagna almeno 35.000 euro lordi all’anno e non può beneficiare dei tagli fiscali, poiché viene considerato troppo ricco. Inoltre, non riesce a proteggersi dall’inflazione, nemmeno durante la pensione, sempre a causa della sua classificazione come troppo ricco.
Quasi il 40% degli italiani che presentano dichiarazione fiscale per l’Irpef dichiara un reddito inferiore a 15.000 euro. Nel 2022, il numero di dichiaranti è aumentato, raggiungendo 41,5 milioni, ma oltre il 40% di questi dichiara di avere un reddito sulle persone fisiche inferiore a 15.000 euro. La distribuzione delle imposte rispecchia tale situazione, con il 42,59% dei contribuenti delle prime due fasce di reddito che contribuisce solo all’1,73% dell’intera Irpef. Questo importo è nettamente insufficiente per coprire persino il costo della spesa sanitaria.
Il divario tra le regioni italiane rimane significativo. Nel 2022, il Nord ha contribuito con il 57,43% dell’intera Irpef, mentre il Centro ha coperto il 21,83% e il Sud ha contribuito con il 20,74%. Questa disuguaglianza è confermata anche a livello regionale, con la Lombardia, che conta poco meno di 10 milioni di abitanti, che versa più Irpef dell’intero Mezzogiorno, che ha almeno il doppio della popolazione, e superiore persino all’intero Centro, con 11,8 milioni di abitanti.