Gli ETF non sono pericolosi. O almeno, non e’ la loro struttura a renderli tali.
Personalmente, sono un amante di questi strumenti finanziari. Bassi costi, precisione di replicare un indice, velocita’ e facilita’ di acquisto e di vendita.
Negli anni si sono fatti conoscere sempre di piu’, arrivando a detenere quasi il 5% del totale delle azioni. Un bel traguardo, considerato che i fondi attivi indicizzati hanno circa il 15% del totale. E allora da dove deriva la pericolosita’ di questi strumenti passivi?
Si puo’ intuire dal seguente grafico
Il problema non è la gestione passiva o attiva dello strumento, ma la NOSTRA gestione attiva di investitori emotivi. Comprando sulla base delle nostre paure, e sensazioni, siamo in grado di trasformare in attivi anche strumenti passivi, comprandoli e rivendendoli infinite volte.
Infatti la possibilita’ di acquisto e vendita in tempo reale ci spinge a operare in modo piu’ aggressivo rispetto a quello che facciamo con i fondi comuni, dove operiamo e ci atteniamo a una strategia di lungo periodo. Con questi strumenti invece, sembra di essere in una continua compravendita. L’ETF piu’ famoso, il SPDR S&P 500, scambia per una media di 21.3 miliardi di dollari al giorno, passando di mano ogni 12 giorni in media.
Ogni 12 giorni.
Cioe’ meno di ogni due settimane. Il che destabilizza il mercato, rendendolo piu’ volatile di come normalmente altrimenti sarebbe.