Maggio 23, 2019

Quando si investe le strategie per cui si può optare sono molto varie, ma è difficile trovarne una che offra le stesse garanzie di protezione della scelta di un orizzonte temporale sufficientemente lungo.

Quando si pianifica una strategia, una delle prime cose da chiarire è il lasso di tempo entro il quale si ha la possibilità di mantenere l’investimento, e ciò vale sia che la cifra investita sia contenuta o più sostanziosa.

. Molto spesso i risparmiatori non tengono in considerazione questo fattore quando operano le proprie scelte di investimento.

Un bias piuttosto diffuso è quello di non capire cosa si intende per “orizzonte temporale”. La maggior parte delle persone ritengono che esso sia semplicemente un arco generico di tempo all’interno del quale è ragionevole aspettarsi dei risultati. Purtroppo, se non si capiscono bene le conseguenze dell’orizzonte temporale sugli investimenti il concetto rischia di restare indefinito e questo porta a fare delle scelte sbagliate.

A parità di obiettivi, scegliere un orizzonte temporale più lungo comporta una serie di vantaggi per gli investitori: si possono ottenere migliori investimenti con lo stesso profilo di rischio, o si può aumentare il profilo di rischio diminuendo la possibilità di subire delle perdite. Per questo l’orizzonte temporale dovrebbe essere calibrato a seconda delle proprie necessità finanziarie, scegliendo sempre di dare tutto il tempo possibile al proprio investimento. Questo vuol dire optare, a parità di altri fattori, per l’orizzonte più lungo che la situazione consenta.

Alcuni vantaggi di investire nel lungo termine

Prima di entrare nel dettaglio delle ragioni per cui un orizzonte temporale lungo è proficuo per gli investimento, ecco elencati una serie di benefici generali associati a questa strategia di investimento.

  • Diventa più semplice controllare le proprie emozioni. Si può vivere il proprio investimento con più serenità senza dover monitorare in continuazione le performance o occuparsi della volatilità di breve termine.
  • Ci si può avvantaggiare della composizione degli interessi. Quando si reinvestono i rendimenti ottenuti le prospettive di rendimento aumento nel tempo, andando a creare un extra-rendimento che diventa più largo più è lungo l’orizzonte temporale.
  • La strategia di investimento diventa più semplice e lineare, perché ci si può concentrare sulle tendenze macroeconomiche di medio-lungo termine. Costruire un processo che ci permetta di speculare sulle fluttuazioni di breve periodo è infatti più complesso, ma soprattutto più costoso. L’investitore di lungo termine può, per esempio, contare maggiormente su strumenti passivi, aumentando l’efficacia della propria gestione.

L’orizzonte temporale lungo riduce il rischio degli investimenti

Per darti un’idea di quale è l’effetto dell’investimento di lungo termine sui rendimenti che potrai ottenere, abbiamo fatto questo piccolo studio basandoci sull’andamento storico dell’MSCI World, il principale indice azionario globale. Le linee che vedi rappresentate rappresenta la distribuzione del rendimento annualizzato che avrebbero avuto in media un investimento su questo indice con diversi orizzonti temporali effettuato in diversi momenti (ogni linea unisce dei punti dello stesso colore che rappresentano il rendimento di uno di questi investimenti). L’orizzonte temporale sono preso in considerazione sono gli ultimi 40 anni.

Come si può vedere dal grafico restando investiti per un solo anno, si sarebbe potuto ottenere un gran numero di risultati diversi. Lo spettro delle performance ricalca quello dei risultati annuali dell’indice nel periodo preso in considerazione. Il motivo è abbastanza logico, se per esempio avessi investito all’inizio del 1994 sullo S&P con l’orizzonte temporale di un anno, la tua performance avrebbe perfettamente ricalcato quella dell’indice nel corso dello stesso anno.

Come si nota dal grafico, aumentando l’orizzonte temporale, la media delle performance annuali tende a diventare più stretta e più concentrata. Questo perché aumentando gli anni presi in considerazione, l’incidenza dei casi estremi tende a diminuire. Il fenomeno è ancora più marcato quando si passa a un orizzonte temporale di 10 anni.

La ragione statistica di questo fenomeno, per chi fosse interessato a comprenderla, è piuttosto semplice. Le performance annuali di un indice borsistico si distribuiscono in modo simile a una distribuzione statistica caratterizzata da una massa di probabilitá maggiore attorno alla media. Questo vuol dire un numero maggiore di casi di mezzo e un numero via, via minore di casi più estremi (una distribuzione perfettamente normale si rappresenta graficamente come una campana).

Ma la fortuna dell’investitore è che i mercati finanziari non sono una distribuzione perfettamente normale, ma sono leggermente orientati verso i risultati positivi. Questo vuol dire che la quantità delle annate in cui la performance positiva è leggermente superiore a quelle di performance negativa, anche se esse sono più lontane dalla media. Per chi mastica un po’ di statistica: la performance media è minore alla performance mediana (la forma di questa distribuzione è sempre una campana ma con la coda allungata verso il campo negativo e la maggior parte dei casi nel campo positivo a destra dello 0%, proprio come quella che si apprezza nel primo grafico).

Cosa vuol dire in pratica, per chi è digiuno di statistica? Che più si aumentano l’orizzonte temporale, più la possibilità di avere una performance media negative diminuisce, tendendo allo 0. La nostra simulazione su dati storici, che quindi tengono conto anche di scenari di mercato negativi, dimostra che con un orizzonte temporale di un anno le probabilità di andare in negativo sarebbero state del 30%, percentuale che via via scende sotto il 10% con un orizzonte temporale sufficientemente lungo (grafico 2).

Articolo originale

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Poggi Leonardo

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