Maggio 31, 2019

La pensione integrativa è una forma di risparmio pensionistico, che si aggiunge alla pensione di base del regime pubblico obbligatorio (primo pilastro) e costituisce il secondo pilastro del sistema pensionistico italiano

Il suo scopo è quello di contribuire a mantenere un tenore di vita adeguato anche dopo il pensionamento, in un regime tutelato e fiscalmente vantaggioso. Inoltre, grazie alle ultime modifiche  normative, può anche permettere di  andare a riposo prima di aver raggiunto la normale età pensionabile prevista dalla legge.

Pensione integrativa: com’è nata?

A partire dagli anni ‘70, il sistema pensionistico pubblico si è basato su un “patto intergenerazionale”: le pensioni attuali vengono pagate con i contributi dei lavoratori attivi, le cui pensioni saranno poi pagate con i contributi dei giovani che entreranno nel mondo del lavoro.

L’invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite hanno avuto l’effetto di diminuire il numero dei lavoratori attivi ed il numero di quelli che entrano nel mondo del lavoro, aumentando al tempo stesso il numero di pensionati, creando così un deficit notevole per le casse dello Stato.

Per questo motivo le istituzioni hanno dovuto rivedere l’insieme del sistema di welfare pubblico e, in particolare, del sistema pensionistico con l’obiettivo di contenerne la spesa.

Le riforme introdotte negli anni ‘90 hanno avuto l’effetto di ridurre l’importo delle pensioni future, specie per i lavoratori più giovani.

Il metodo retributivo di calcolo della pensione (pensione calcolata  in misura percentuale in rapporto alla retribuzione media ricevuta durante gli ultimi anni di lavoro), viene sostituito dal sistema contributivo (pensione determinata esclusivamente in funzione dei contributi versati nell’arco della vita lavorativa).

Per compensare questa diminuzione della prestazione pensionistica pubblica, le istituzioni hanno disposto una serie di provvedimenti a sostegno di forme di pensione private.

Alla previdenza obbligatoria è stato quindi affiancato un secondo livello di copertura pensionistica attuabile su base volontaria: la previdenza complementare che ha come finalità quella di garantire risorse  sufficienti ad un tenore di vita adeguato una volta in pensione. Inoltre lo strumento può aiutare ad affrontare emergenze durante la fase di contribuzione richiedendo anticipazioni e riscatti parziali o totali.

Previdenza integrativa: come funziona?

La pensione pubblica opera con il meccanismo della “ripartizione” in virtù del quale  i lavoratori attuali con i propri contributi finanziano le pensioni correnti.

I fondi pensione, invece, operano nei mercati finanziari secondo il meccanismo della “capitalizzazione”: i contributi periodici  vengono versati ed investiti secondo una linea di gestione (obbligazionaria, azionaria o mista) scelta dall’iscritto. Al momento del pensionamento, il capitale accumulato, dato dalle risorse versate e dai rendimenti ottenuti, viene erogato sotto forma di rendita o capitale.

Fondi pensione: le tipologie

I fondi pensione vengono classificati a seconda del soggetto che li istituisce e delle modalità di adesione.

Si distinguono in:

  • Fondi aperti in cui l’adesione è aperta a tutti coloro che intendono costruirsi una pensione integrativa rispetto a quella di base e sono istituiti da banche, assicurazioni, SGR (società di gestione del risparmio) e SIM (società di gestione immobiliare).
  • PIP (Piani Individuali Pensionistici) sono forme pensionistiche complementari individuali rivolte a tutti coloro che, indipendentemente dalla propria situazione lavorativa, intendono costruirsi una rendita integrativa e sono istituite da compagnie assicurative.
  • Fondi chiusi (o negoziali) in cui l’adesione è riservata a specifiche categorie di lavoratori (ad es. metalmeccanici, avvocati ecc,) e sono istituiti sulla base di accordi tra le organizzazioni sindacali e imprenditoriali.

Quali sono le principali caratteristiche delle forme pensionistiche complementari?

L’ADESIONE

  • Ai fondi chiusi possono aderire solo i lavoratori appartenenti alla categoria di riferimento
  • Ai fondi aperti può aderire chiunque, sia in forma individuale che collettiva
  • Ai PIP può aderire chiunque ma solo  in forma individuale
  • Gli iscritti ai fondi chiusi possono aderire anche ad un fondo aperto o un PIP.

È possibile  iscrivere anche un soggetto fiscalmente a carico, come un figlio minore, studente o coniuge, mantenendo anche in questo caso la possibilità di usufruire dei benefici fiscali previsti dalla legge.

LA CONTRIBUZIONE E LA DEDUCIBILITA’ DEI CONTRIBUTI VERSATI AL FONDO

E’  possibile scegliere liberamente quanto versare nel fondo pensione e con quale frequenza (ad esempio mensile o annuale). I lavoratori dipendenti hanno la possibilità di versare quote del proprio TFR, anzichè mantenerlo in azienda.

I VANTAGGI FISCALI

I contributi versati annualmente nel fondo (ad esclusione del TFR) sono deducibili, ovvero vengono sottratti dal reddito dichiarato ai fini IRPEF, entro il tetto annuale di 5.164,57€.

Il regime fiscale è agevolato rispetto ad ogni altra forma di risparmio o investimento. E’ prevista una tassazione ridotta dei rendimenti finanziari; i fondi pensione sono tassati con un’aliquota del 20% mentre altre forme di investimento come ad esempio le polizze vita sono attualmente tassate al 26%.

La pensione integrativa, in fase di erogazione, è tassata con aliquota dal 15% al 9% inferiore alle aliquote IRPEF sui redditi che vanno dal 23% al 43%.

LA GESTIONE

L’aderente può scegliere la tipologia del comparto finanziario più adatta al proprio profilo personale. ll comparto può essere:

  • obbligazionario (prevalenza di titoli obbligazionari)
  • azionario (prevalenza di titoli azionari)
  • misto (bilanciato tra titoli azionari ed obbligazionari)
  • garantito (garanzia della restituzione del capitale versato ed eventualmente anche di un rendimento minimo).

LA FLESSIBILITA’

Il piano di risparmio del fondo pensione è flessibile. Le scelte fatte al momento dell’adesione sono modificabili nel tempo per meglio adeguarsi alle esigenze della vita di ciascuno.  La scelta del comparto finanziario è direttamente proporzionale all’orizzonte contributivo (anni mancanti alla pensione) e al profilo di rischio soggettivo per ogni persona. E’ ammessa la possibilità di cambiare fondo scegliendo liberamente dove trasferire la propria posizione pensionistica decorsi due anni dal momento dell’ iscrizione.

LE TUTELE

Quanto versato ed accumulato presso il fondo pensione è fortemente tutelato, in particolare le risorse versate sono impignorabili, insequestrabili e non possono essere toccate anche in caso di fallimento del gestore. Un’altra importante tutela è che, in caso di morte prima della pensione integrativa, quanto accumulato sino a quel momento spetta agli eredi o altri beneficiari eventualmente indicati.

L’EROGAZIONE DELLA PENSIONE INTEGRATIVA

La pensione integrativa viene erogata una volta maturati i requisiti per la pensione di base e dopo aver versato per almeno cinque anni in un fondo di previdenza complementare. In alcuni casi è possibile riceverla anticipatamente ottenendo una Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA).
La pensione integrativa può essere erogata interamente in rendita vitalizia o, a scelta, per il 50% massimo in capitale ed il resto in rendita.
Se invece la pensione integrativa maturata è di importo esiguo è possibile chiedere la liquidazione dell’intera posizione sotto forma di capitale.
Alcuni fondi offrono coperture assicurative accessorie che prevedono la reversibilità della pensione integrativa e/o coprono rischi legati all’invalidità o non-autosufficienza.

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Poggi Leonardo

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