Il pensiero comune normalmente è:
“I mercati sono saliti talmente tanto in così poco tempo, che ci deve essere un forte calo a breve. Allora vendo ora e ricompro quando è più basso!”
Sebbene la strategia sembrerebbe perfetta, almeno nella teoria, ci sono delle forti motivazioni per le quali tale strategia, proprio perfetta non è:
Ogni volta che realizzi un guadagno, lo Stato richiede il pagamento delle imposte, ovvero del 26% sui profitti (12.5% in caso di strumenti a tassazione agevolata). Questo significa che quando vendi una posizione, non potrai ricomprare la stessa posizione con lo stesso capitale.
– Ciò, ti fa già partire in modo svantaggiato –

Guardiamo un caso reale. Il mercato azionario globale, negli ultimi 5 anni, è salito veramente tanto, sopra le medie storiche di riferimento. Se tu avessi investito 5 anni fa quindi, senza MAI toccare i soldi, senza mai fare aggiuntivi o ribilanciamenti, oggi ti troveresti il capitale praticamente raddoppiato.
Facciamo 2 conti:
- Capitale iniziale: 10.000 euro
- Valore attuale: 19.753 euro
- Plusvalenza realizzata: 9.753 euro
- Imposte sulla plusvalenza: 2.535 euro
Quindi dopo la vendita ti rimangono 7.218 euro. Hai dunque già perso 2.535 euro, ovvero il 12.8% del valore complessivo.
Quanto dovrebbe allora perdere il mercato per rendere “sensata” la vendita?
Per poter ricomprare la stessa quantità dello strumento dovrebbe quindi perdere almeno il 12.8%, considerando anche eventuali commissioni servirebbe anche qualcosa di più.
In altre parole, partendo da una plusvalenza simile, se il mercato perde meno del 13%, rientreresti sul mercato con meno capitale, anche azzeccando il perfetto timing – cosa non scontata tra l’altro, per cui potremmo sbagliare anche su questo e rendere l’operazione ancora meno conveniente.
Plusvalenza Pregressa | Calo Minimo per Rendere Conveniente la Vendita |
24% | 5% |
31% | 6% |
37% | 7% |
45% | 8% |
53% | 9% |
63% | 10% |
74% | 11% |
86% | 12% |
101% | 13% |
117% | 14% |
137% | 15% |
161% | 16% |
189% | 17% |
226% | 18% |
272% | 19% |
334% | 20% |
Poi, c’è un altro fattore da considerare. Siamo sicuri che, una volta venduto (sempre ammesso anche qui di prendere il miglior timing possibile, dato che si potrebbe vendere oggi e il mercato potrebbe ancora salire per giorni o settimane prima di calare, rendendo il tutto ancora meno sostenibile a livello di convenienza), saremmo in grado di rientrare quando tutti hanno paura dei mercati?
Durante il covid, nel pieno calo quando si vedeva un -3/-5 giornaliero, avresti avuto la mente lucida per rientrare o avresti aspettato “tempi migliori”?
Molti investitori vendono per prudenza e poi non rientrano più. Risultato? Restano fuori dal mercato proprio quando iniziano le nuovi fasi rialziste, e eventualmente rientrano solo a mercati che hanno pienamente recuperato, perdendosi così tutti i rendimenti della risalita.
E allora cosa fare in questi casi?
Se hai un PAC (Piano di accumulo Capitale) non lo fermare, anche se sei ai massimi. Il PAC è una strategia per accumulare capitale, anche ai massimi di mercato. Si investe in modo costante ad ogni fase di mercato, proprio per eliminare l’emotività e aumentare la costanza. Nessuno sa quando arriverà il prossimo ribasso, ma sospendere gli acquisti rischia di farti perdere i migliori giorni di rialzo – che spesso arrivano dopo i cali.
Se hai liquidità da parte, va sfruttata in modo strategico.
Se una parte di portafoglio è stata dedicata a strumenti monetari o obbligazionari, si possono utilizzare come “riserva” di liquidità proprio in questi momenti più delicati del mercato. Lasciare invece tutta la liquidità ferma sul conto corrente non è efficiente, in quanto rende zero. Meglio allora dedicarla, se in attesa di spesa, a strumenti più convenienti.
Come sempre, in caso di bisogno, potete contattarmi sia per email che per telefono.