Dopo il giovedi nero delle borse (giovedi 12 Marzo 2020), sono tornate all’attenzione del mondo le vendite allo scoperto per il fatto che la Consob italiana e la Comision Nacional del Mercado de Valores, l’equivalente spagnola, le abbiano vietate nella giornata successiva, venerdi 13 marzo.
E le conseguenze si sono viste, considerato il forte rialzo delle borse (+7% e +4%), con un intraday che ha toccato anche il +18% per il Ftse Mib.
Ma che cosa sono le vendite allo scoperto?
La vendita allo scoperto (o short selling) è un’operazione finanziaria che consiste nella vendita di strumenti finanziari non posseduti con successivo riacquisto. Questa operazione si effettua se si ritiene che il prezzo al quale gli strumenti finanziari si riacquisteranno sarĂ inferiore al prezzo inizialmente incassato attraverso la vendita. Nel caso in cui si verificasse, il rendimento complessivo dell’operazione sarĂ positivo; al contrario risulterĂ negativo se il prezzo dello strumento è aumentato.
Nel dettaglio, gli strumenti finanziari oggetto di Short Selling vengono prestati temporaneamente al venditore allo scoperto dalla banca o da un intermediario finanziario.
Solitamente, per il prestito suddetto, viene pagato un interesse annuale al broker in relazione alla durata in giorni dell’operazione di vendita allo scoperto. Oltre a pretendere l’interesse annuale stabilito (che puĂ² variare anche in base al singolo titolo), il broker richiede un margine di garanzia per l’operazione (ad esempio il 50% del controvalore scambiato).
La logica che sta dietro ad una operazione di vendita allo scoperto è invertita rispetto a quella di una normale operazione, la quale prevede prima l’acquisto e poi la vendita dello strumento e che puĂ² quindi essere utilizzata in fasi di discesa dei mercati.