- Siamo un Paese di poveri: se solo 32,373 milioni di cittadini su 59,030 milioni di abitanti
presentano per il 2022 una dichiarazione dei redditi positiva, significa che il 45,16% degli italiani
non ha redditi e di conseguenza vive a carico di qualcuno; si tratta di una percentuale rilevante
anche se in diminuzione rispetto al 2021 quando era il 47% e, pur considerando il calo della
popolazione, è atipica per un Paese del G7. Esaminando piĂ¹ in dettaglio la platea dei dichiaranti
per fasce di reddito, risulta che:
a) i dichiaranti che denunciano un reddito nullo o negativo nel 2022 sono sostanzialmente stabili
con una riduzione di 16.076 unitĂ , per un totale di 1.006.340 rispetto al 1.022.416 del 2021 e ai
1.073.205 del 2020; una riduzione lieve se si considera la buona crescita di PIL e occupazione;
b) nel 2022 diminuiscono di 508.232 unitĂ (meno 376.800 unitĂ tra il 2021 e il 2020) anche quelli
che dichiarano redditi da zero a 7.500 euro lordi l’anno (una media di 312 euro lordi al mese
considerando un reddito medio di 3.750 euro) che si sono ridotti da 8.832.792 (il 21,29%) a 8.324.560
(il 19,81% del totale); b1) questi contribuenti con redditi fino a 7.500 euro pagano in media 23 euro
di IRPEF l’anno (erano 26 nel 2021), e quindi sono totalmente a carico della collettività ; b2)
considerando poi che a ogni contribuente corrispondono 1,405 abitanti (in generale persone a
carico) a questi contribuenti corrispondono a 11.692.492 abitanti (erano 12.608.553) che pagano
un’IRPEF media pro-capite di 16 euro l’anno (erano 16 nel 2021).
- I contribuenti che dichiarano redditi tra i 7.500 e i 15.000 euro lordi l’anno (ovvero una media
di 12.500 euro lordi l’anno) sono 7.626.579 (192.914 in meno del 2021 e 426mila in meno rispetto
al 2020), cui corrispondono 10,712 milioni di cittadini (il 18,15%); l’IRPEF media annua pagata
per contribuente è di 294 euro mentre per abitante l’importo si riduce a 209 euro sempre al netto del
TIR (nel 2021 erano rispettivamente 358 e 251 euro) e quindi anch’essi totalmente a carico di altri
cittadini. - Riassumendo, i contribuenti delle prime due fasce di reddito (fino a 7.500 e da 7.500 a 15mila
euro) sono 16.957.479 (pari al 40,35% del totale) rispetto ai 17.674.701 del 2021 di cui circa 9
milioni di pensionati totalmente o parzialmente assistiti dallo Stato e pagano solo l’1,29% di
tutta l’IRPEF (1,73% nel 2021), pari cioè a 2,431 miliardi. A questi contribuenti corrispondono
23,818 milioni di abitanti (1,412 milioni in meno rispetto all’anno precedente e 2,7 milioni rispetto
al 2020) che, al netto delle detrazioni, pagano in media circa 102 euro l’anno (erano 120 nel
2021) e, di conseguenza, relativamente ai lavoratori ancora attivi, anche pochissimi contributi
sociali (anche a causa degli sconsiderati sgravi contributivi) con gravi ripercussioni sul
finanziamento del sistema pensionistico e, quindi, sulla futura coesione sociale; con quali soldi si
pagheranno le pensioni a questa enorme platea? La spesa sanitaria nazionale nel 2022 è stata pari
a 131,103 miliardi per un pro-capite di 2.221 euro e, per questi primi 2 scaglioni di reddito, la
differenza tra l’IRPEF versata e il solo costo della sanità ammonta a 50,469 miliardi che sono a
carico degli altri contribuenti; e qui parliamo solo della sanitĂ senza considerare tutti gli altri servizi
forniti dallo Stato e dagli enti locali di cui pure beneficiano, ma che qualche altro contribuente si
dovrĂ accollare. - Tra 15.000 e 20.000 euro di reddito lordo dichiarato (17.500 euro la mediana) troviamo anche
qui 60.559 unitĂ in meno rispetto al 2021 pari a 5.398.261 contribuenti (contro i 5,459), cui
corrispondono 7,582 milioni di abitanti (erano 7.792 nel 2021). Questi contribuenti pagano un totale
di 9,506 miliardi di IRPEF e un’imposta media annua leggermente inferiore a quella dello scorso anno,
di 1.761 euro (era 1.814) che si riduce a 1.254 euro (dai precedenti 1.271) per singolo abitante;
anche questa fascia di reddito paga un’IRPEF non ancora sufficiente per coprire il costo pro-capite
della spesa sanitaria; occorrono infatti altri 7,33 miliardi a carico di altri contribuenti che portano
il deficit di spesa sanitaria per questi primi tre scaglioni a 57,8 miliardi. - Tra 20.001 a 29.000 euro di reddito dichiarato troviamo 9.501.722 contribuenti, pari a 13.345.907
abitanti (erano 9.169.315 e 13.088.930 l’anno precedente). Questi contribuenti versanti pari al
22,61% del totale contribuenti, pagano un’imposta media annua di 3.612 euro, (3.506 nel 2021)
che si riduce a 2.571 euro (2.456 nel 2021) per singolo abitante e versano in totale 34,316 miliardi
pari al 18,13% delle imposte (era il 18,35% e 32,15 miliardi, nel 2021). - Nella successiva fascia di reddito da 29.001 a 35.000 euro troviamo 3.754.371 contribuenti, pari a
5.273.306 abitanti (erano 3.415.822 e 4.870.277 l’anno precedente). Questi contribuenti versanti,
pari all’8,93% del totale, pagano un’imposta media annua di 6.138 euro (erano 6.031 l’anno
precedente) che si riduce a 4.370 euro per singolo abitante e versano complessivamente 23,044
miliardi pari al 12,17% delle imposte (era l’11,75% nel 2021). - Dai dati sin qui esaminati risulta che i titolari di redditi fino a 29mila euro sono il 75,80% degli
italiani (erano il 77,84%) e pagano il 24,43% di tutta l’IRPEF (nel 2021 il 25,74%), insufficiente
a pagarsi le prime tre funzioni welfare (sanitĂ , assistenza sociale e istruzione).
Vediamo di seguito, oltre allo scaglione da 29 a 35mila euro, chi sono i finanziatori del nostro stato
sociale:
a) sopra i 300.000 euro di reddito dichiarato, troviamo solo lo 0,14% dei contribuenti, pari a 57.620
soggetti (9.408 in piĂ¹ rispetto al 2021) che pagano perĂ² il 7,69% dell’IRPEF complessiva (era il
6,98% nel 2021);
b) tra 200 e 300mila euro di reddito troviamo lo 0,19% dei contribuenti pari a 79.987 persone (erano
rispettivamente lo 0,16% e 67.408 persone) che pagano il 3,76% dell’IRPEF, contro il 3,45% del
2021 e il 3,03% del 2020;
c) tra 100 e 200mila euro lordi di reddito ci sono 516.152 contribuenti che pagano circa 23 miliardi
di IRPEF con un’imposta media di 44.530 euro cui corrispondono 725mila abitanti con
un’imposta media di 31.703 euro. Giusto per fare un confronto utile, questi 516.152 contribuenti
pagano il doppio dell’IRPEF versata da 22,357 milioni che hanno redditi da zero a 20mila euro.
- Riassumendo, sopra i 100mila euro (in Italia si parla sempre di lordo mentre il netto di 100mila euro è pari a circa 52mila euro) troviamo solo l’1,56%, pari a 653.759 contribuenti (77.307 in piĂ¹ rispetto al 2021 quando erano l’1,39%, pari a 576.452 contribuenti ed erano aumentati di 78.279 unitĂ rispetto al 2020), che tuttavia pagano il 23,59% (22,26 nel 2021 e 19,91 nel 2020) dell’IRPEF;
d) sommando a questi contribuenti anche i titolari di redditi lordi da 55.000 a 100mila euro, che
sono 1.635.728 (131.862 in piĂ¹ del 2021) e pagano il 18,11% dell’IRPEF, otteniamo che il 5,45%
paga il 41,69 % dell’IRPEF (5,01% e 40,69% nel 2021 e 38,05% nel 2020) e, includendo infine
anche i redditi dai 35.000 ai 55mila euro lordi, risulta che il 15,26% (13,94% nel 2021) paga il
63,39% (62,52% nel 2021) di tutta l’IRPEF.
In sintesi, dai dati sin qui analizzati relativi ai redditi prodotti nel 2022, emerge che i contribuenti che
dichiarano fino a 20.000 euro sono diminuiti rispetto al 2021 da 23,133 a 22,356 milioni (-777.781)
passando dal 55,74% al 53,19% mentre i versanti sono passati da 13,286 a 13,008 milioni (-278.484); l’IRPEF versata da questi cittadini si riduce da 12,83 a 11,94 miliardi (-0,99 miliardi) e la percentuale sul totale dell’imposta versata scende dal 7,38% al 6,31%. Aumentano i contribuenti e i versanti della fascia intermedia dei redditi, quella da 20 a 29mila euro che, tuttavia, pur versando 2 miliardi in piĂ¹, riducono la percentuale di versamento sul totale dal 18,35% al 18,13%. Aumentano invece tutti gli
scaglioni di reddito da 29mila euro in su, sia come numero di contribuenti (dal 22,15% al 24,2%) sia
per il carico fiscale che passa dal 74,26% al 75,57%. Si verifica quindi per il secondo anno
consecutivo una riduzione dei dichiaranti per ciascuna classe di reddito fino a 20mila euro che slittano progressivamente nella classe superiore, il che indica una riduzione del numero di cittadini con redditi
bassi e un aumento dei redditi medi. Resta comunque molto alta la percentuale di cittadini che sono
totalmente o parzialmente a carico della collettivitĂ pari al 71,32%, una quota ormai insostenibile per
il restante 28,68% di quelli che si fanno carico del 75,57% dell’IRPEF e di quasi il 100% delle altre
imposte dirette e che mette a rischio sia il welfare sia la tenuta del debito pubblico.
La figura 2.1.a evidenzia in grafica i dati delle tabelle precedenti sulla distribuzione percentuale del
numero di contribuenti raffrontata alla percentuale di imposte pagate per tutti gli scaglioni di reddito
presi in esame.
Risulta piĂ¹ che evidente come il grosso dei contribuenti versi poco e una minoranza versi molto.
Infatti, grazie anche al TIR, l’imposta media pagata da un titolare di redditi da 100 a 200mila euro è
pari a 2.210 volte (era 1.953 volte nel 2021) quella di chi dichiara fino a 7.500 e 151 volte (era 125
volte) quella dei redditi da 7.500 a 15.000 euro; 25 volte quella dei redditi da 15 a 20mila e 12 volte
quella da 20 a 29mila. Differenze molto piĂ¹ elevate di quelle tra redditi lordi: tra 20 e 100mila il
rapporto è di 5 volte, che si riduce a 3,5 sul netto se non ci sono rette universitarie da pagare o bonus
e altre agevolazioni legate all’ISEE, altrimenti la riduzione aumenta ancora e spesso il percettore del
reddito superiore ha un netto spendibile minore rispetto a un reddito lordo inferiore, il che evidenzia
come l’indice di Gini, spesso usato impropriamente, debba essere usato correttamente considerando
tutti i valori in gioco al netto e non al lordo. Nella figura 2.1.b, per semplificare, i contribuenti sono
raggruppati in tre scaglioni di reddito: il 40,35% (redditi piĂ¹ bassi) versa solo l’1,28%, il 44,39%
(redditi intermedi) versa il 35,32% e il rimanente 15,26% (redditi piĂ¹ elevati) versa quasi il 63,39%
del totale dell’IRPEF
La figura 2.1.c illustra l’ulteriore raggruppamento in due scaglioni e mostra come il 75,80% dei
contribuenti versi il 24,43% di tutta l’IRPEF e solo il 24,20% con redditi da 29.001 euro in su paghi
il 75,27%; da questi ultimi due grafici appare chiaramente la situazione di grande squilibrio fiscale
italiana.
Sintetizzando per scaglioni, lo 0,14% dei contribuenti paga il 7,69% dell’IRPEF; lo 0,33% paga
l’11,45%; l’1,56% paga il 23,95%; il 5,45% paga il 41,69%; il 15,26% paga il 63,39%; il 46,81%
paga il 93,69%. Per contro il 40,35% dei contribuenti paga solo l’1,28% dell’intera IRPEF.