L’Etiopia si trova in uno stato di profonda crisi, con il suo debito pubblico di soli 33 milioni di dollari che rimane impagato, portando a conseguenze devastanti. Mentre il governo di Addis Abeba progetta un nuovo aeroporto da 5 miliardi di dollari, il paese è il terzo in Africa a non onorare i suoi impegni finanziari, dopo lo Zambia e il Ghana. La povertĂ assoluta raggiunge il 47% della popolazione, superando i 100 milioni di abitanti.
La guerra, che è esplosa nel novembre 2020, sembra non essere finita nonostante gli accordi di Pretoria del settembre 2022. Le tensioni persistono tra il governo centrale e le forze del Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (TPLF), mettendo in discussione la validitĂ dell’accordo di pace.
La crisi alimentare raggiunge proporzioni drammatiche, con quasi 4 milioni di bambini malnutriti, rappresentando la metĂ di coloro che soffrono di malnutrizione nell’intero Corno d’Africa. Gli shock climatici ricorrenti e l’insicurezza alimentare generano spostamenti di massa a causa di siccitĂ , epidemie e inondazioni.
Il default sovrano dell’Etiopia, che era temuto da tempo, rischia di innescare una serie di insolvenze nella regione, influenzate dalla crisi del Covid e dall’aumento dei tassi di interesse imposto dalla Federal Reserve.
L’Etiopia si unisce così allo Zambia e al Ghana nella spirale dei default africani, con la speranza di una soluzione attraverso il Common Framework del G20 e del Club di Parigi. Tuttavia, le trattative sono intricate da divergenze tra creditori bilaterali, privati e ostacoli imposti da investitori di peso come la Cina.
L’aumento dei costi di servizio del debito, causato dal piĂ¹ grande rialzo dei tassi di interesse globali in quattro decenni, mette oltre il 60% dei Paesi a basso reddito ad alto rischio di sofferenza debitoria, secondo la Banca mondiale.
L’Etiopia, dunque, si trova in una situazione critica, con un futuro incerto e la possibilitĂ di contagiare altri paesi africani nella stessa precaria condizione.