Utilizzando le serie storiche “World Bank national accounts data, and OECD National Accounts data files” della Banca mondiale riconducibili a Usa, Giappone, Cina, Germania e Italia, si può – oggettivamente – valutare quale sia stato il successivo andamento nei successivi anni delle crisi.
Cina esclusa, nel corso del 2009, il Pil degli altri Paesi si attestava negativamente oltre i cinque punti percentuali. Nel successivo anno 2010 si iniziava a intravvedere una netta inversione di tendenza (pari al cosiddetto movimento a “V”) con eccezione della nostra Italia. Nel corso del 2011, il precedente saldo negativo del 2009, era pressoché riassorbito (tranne che per il Bel Paese).
Parallelamente all’andamento economico, riteniamo possa essere interessante affiancare anche quello finanziario ovvero quanto accadeva sulle piazze borsistiche dei singoli Paesi.
Come appare evidente, dopo l’accentuata flessione del 2008, nei successivi due anni, si è potuto assistere a una risalita dei corsi: capofila l’indice della borsa cinese (rif. Shanghai) con un incremento del 54,22%, seguito dagli Usa con +39,23%, dalla Germania (+43,74%), dal Giappone (+15,46%) e dall’Italia fanalino di coda con un modesto +3,67%.
Sicuramente, come la storia insegna, anche questo periodo sarà superato e andrà ulteriormente ad arricchire i futuri trattati di economia