Diversificazione è la strategia di costruzione di un portafoglio attraverso la quale si acquistano più attività per ridurre e controllare il rischio complessivo.
Diversificazione è il concetto che meglio esprime il detto “Non mettere tutte le uova nello stesso paniere“. Dovrebbe essere la regola d’oro di ogni investitore. Infatti mettere l’intero patrimonio in un solo titolo o in una sola asset class può rivelarsi molto rischioso, sia quando parliamo di azioni (vedi i numerosi casi di banche italiane fallite negli ultimi anni) che di obbligazioni (Parmalat e Cirio insegnano, solo per citare i casi più eclatanti).
Mercati diversi registrano andamenti diversi in momenti diversi, pertanto uno dei modi migliori per conseguire rendimenti stabili è quello di ripartire il proprio capitale in diverse tipologie di investimenti. Una potenziale performance negativa di uno strumento finanziario, o di una classe di attività, può essere controbilanciata dalla performance positiva di un’altra asset class, o altro titolo, presente in portafoglio. Ad esempio azioni ed obbligazioni, normalmente, non reagiscono nello stesso modo a fasi negative di mercato. Anzi, tendono a muoversi in direzioni opposte.
La diversificazione può essere attuata in diversi modi. I principali si differenziano per:
- classe di investimento, la forma più semplice di diversificazione è quella che suddivide il capitali tra azioni, obbligazioni, liquidità, immobili, materie prime;
- Paese, investire in più Paesi e in mercati internazionali significa non esporre i propri investimenti alle sorti di un unico mercato;
- settori, investire in un’ampia selezione di settori quali energia, servizi finanziari, industria, telecomunicazioni, utility ecc;
- stile d’investimento, trovando il giusto equilibrio tra strumenti che investono in società orientate alle opportunità di crescita e altri che prediligono i titoli “value”;
- orizzonte temporale degli strumenti selezionati.
La combinazione di più attività finanziarie è detta in gergo asset allocation.
Ha il grande pregio di ripartire il rischio in diverse classi di investimento. Ogni investitore affronta due tipi di rischio:
- rischio di mercato (detto anche rischio sistematico):
- rischio diversificabile.
Il rischio sistematico rappresenta quella componente di rischio che non può essere eliminata dalla diversificazione, in quanto collegato alle variazioni generali di mercato. Le cause sono da individuarsi nell’instabilità politica, guerre, tassi di interesse, tassi di inflazione, rischi valutari. Tale rischio è rappresentato dall’indicatore beta. Si tratta quindi di un tipo di rischio non specifico ad una particolare azienda o industria. Non può essere eliminato o ridotto attraverso la diversificazione; è un rischio che gli investitori devono accettare.
Il rischio diversificabile, noto anche come rischio non sistematico, invece è specifico per una singola azienda, industria, economia o paese. In questo caso proprio la diversificazione ci aiuta, investendo in varie attività in modo che non vengano influenzate allo stesso modo dagli eventi di mercato.
Sebbene non garantisca in assoluto la possibilità di incorrere in perdite nel breve periodo, la diversificazione è la componente più importante per raggiungere obiettivi finanziari a lungo termine. Nella tabella sottostante, pubblicata da JP Morgan Asset Management, è possibile notare il ritorno delle varie asset class dal 2004 ad oggi. Esse presentano un andamento non prevedibile a priori, ecco perchè è importante costruire asset allocation il più diversificate possibile.
Oggi qualsiasi investitore, piccolo o grande che sia, ha la possibilità di diversificare il proprio portafoglio in modo semplice.
E’ possibile farlo attraverso l’acquisto di quote di fondi o di Etf. Acquistando questi strumenti è possibile ottenere un’esposizione diversificata in un mercato o un’asset class in modo semplice ed efficace. Il vantaggio principale è il risparmio di costi.