
Aggiornamento Mercati: il primo semestre del 2025
(Cliccando sulle immagini potete zoomarle)

Partiamo subito dall'argomento più caldo degli ultimi giorni, dato che è di forte interesse: l'entrata degli USA nel conflitto Isreale-Iran.

L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), tramite il suo Direttore Generale Rafael Grossi, ha espresso preoccupazione per la mancanza di trasparenza dell’Iran sul suo programma nucleare. «A meno che e fino a quando l’Iran non collaborerà con l’agenzia per risolvere le questioni ancora aperte legate alle salvaguardie, l’AIEA non sarà in grado di garantire che il programma nucleare iraniano sia esclusivamente pacifico», ha affermato. L’Agenzia ispeziona e monitora, anche con campionamenti ambientali e immagini satellitari, l’attività dei paesi per raccogliere dati e scrivere rapporti.
A fine maggio, inoltre, l’AIEA ha pubblicato il rapporto Verification and monitoring in the Islamic Republic of Iran in light of United Nations Security Council resolution 2231 (2015), che aggiunge informazioni al riguardo.
Ne elenchiamo alcuni punti fondamentali, eliminando le specifiche troppo tecniche, comunque consultabili al link qui sopra (fonte: scienzainrete.it)
- L'Iran può convertire il suo attuale stock di uranio arricchito al 60% in 233 kg di uranio weapons-grade in tre settimane presso l'impianto di arricchimento combustibile di Fordow, sufficiente per 9 armi nucleari.
- L'Iran potrebbe produrre la sua prima quantità di 25 kg di uranio weapons-grade a Fordow in appena due o tre giorni.
- Accelerando la produzione sia a Fordow che presso l'impianto di arricchimento combustibile di Natanz, i due impianti insieme potrebbero produrre abbastanza uranio weapons-grade per 11 armi nucleari nel primo mese, sufficienti per 15 armi nucleari entro la fine del secondo mese, 19 entro la fine del terzo mese, 21 entro la fine del quarto mese e 22 entro la fine del quinto mese.
- Davanti agli occhi degli ispettori, l'Iran sta intraprendendo il penultimo passo dell'accelerazione, convertendo ora il suo stock di uranio arricchito al 20% in uranio arricchito al 60% a un ritmo notevolmente accelerato, anche se questo ritmo non può essere sostenuto molto più a lungo.
- L'Iran non ha alcun uso civile o giustificazione per la sua produzione di uranio arricchito al 60%, particolarmente al livello di centinaia di chilogrammi. La sua fretta di produrne molto di più, esaurendo rapidamente il suo stock di uranio arricchito al 20%, che ha un uso civile nei reattori di ricerca, solleva ulteriori interrogativi.
Tutto ciò è stato più che sufficiente per l'entrata nel conflitto degli USA, con l'utilizzo della bomba MOP (sigla che sta per Motorized Bunker Penetrating Bomb), un'arma di cui solo l'esercito americano è in possesso (da qui le pressioni di Israele per l'entrata degli USA nel conflitto).
Dopo l'attacco, Washington ha dichiarato di aver terminato l'attacco, e di essere adesso pronto a trattare con l'Iran per un nuovo patto per il Nucleare. La situazione è quindi in divenire proprio mentre stiamo scrivendo questo aggiornamento, dato che l'attacco è avvenuto solamente pochi giorni fa.

Ma guardando la statistica, cosa possiamo aspettarci da questo forte momento di incertezza?
L'emotività del singolo è ben diversa dalla realtà dei mercati.
Nei prossimi 3 grafici, possiamo vedere tre diversi dati, tutti molto importanti per farci capire cosa è successo ai mercati in situazioni simili passate: il primo, ci fa vedere come dalla Seconda Guerra Mondiale i mercati si sono mossi, quanto hanno perso, e quanto tempo hanno necessitato per tornare in positivo. Da dopo l'attacco alle Torri Gemelle (periodo in cui si stava però anche scontando la bolla tech sui mercati), la presenza di una rilevante guerra non ha avuto forti influenze sui mercati azionari. Nella maggior parte dei casi il ribasso è durato meno di 20 giorni, e dopo 6 mesi si è sempre avuto un ritorno positivo.
Questo accade perchè i mercati si muovono sugli utili nel lungo periodo. Se questi non vengono toccati, la guerra - "purtroppo", umanamente parlando - non è interessante. E' solo una distrazione nel breve periodo per l'emotività umana. Ma essendo oggi il mercato sempre più gestito in modo automatico rispetto al passato, le vendite emotive sono sempre meno frequenti.




Il problema potrebbe quindi avvenire nel caso in cui ci dovesse essere una qualsiasi ragione che potrebbe bloccare gli utili aziendali globali, come ad esempio uno stop alla produzione, uno stop al commercio, o qualcosa di simile. Un qualcosa che si potrebbe in realtà anche vedere in questo caso, essendo l'Iran il "controllore" dello Stretto di Hormuz. Da questo stretto infatti, viene canalizzato il 30% del petrolio e il 20% di gas mondiale, e un blocco potrebbe riportare il mondo a uno "shock" energetico, con un enorme aumento dei prezzi, e quindi, dell'inflazione generale globale.
Il punto più importante di questo momento? E' che il maggior importatore di questo petrolio che passa da qui, è la Cina. Un eventuale blocco andrebbe quindi a danneggiare più di tutti la seconda economia del mondo, che è completamente estranea a questi attacchi, ed è il maggior partner dell'Iran. Il danno agli USA da un eventuale blocco sarebbe quindi molto limitato, il che fa pensare che la "paura" sia e potenzialmente possa rimanere solo una paura, evitando un eventuale aumento appunto dei prezzi energetici.



Da inizio anno, quasi tutti gli indici globali sono in positivo. O perlomeno i più importanti.
Spicca l'Europa, con un +7% (Italia +13.76%, Spagna +19.27%, Germania +16.77%), l'indice Tech dell'Hang Seng (+18.09%), mentre gli USA sono sula parità, dopo aver recuperato il forte ribasso di Marzo/Aprile, con l'annuncio dei Dazi da parte di Trump.


Sulla striscia di questi dati, i mercati hanno vissuto un primo semestre comunque nettamente positivo. Ma allora perchè sui nostri portafogli non abbiamo visto un risultato cosi forte?


Ad oggi, a differenza della "normalità", dove nelle situazioni di crisi il dollaro diventa un bene rifugio per la sua posizione dominante nel mondo, il dollaro si è fortemente svalutato da inizio anno. Vuoi per reale strategia economica - un dollaro più debole infatti è una minaccia molto più forte dei dazi per tutti i Paesi del mondo - o per altro, i nostri investimenti solo calati di valore anche per questo.
Difatti, quando noi investiamo negli USA, i nostri investimenti vengono convertiti in Dollari, essendo la valuta di riferimento - a differenza di investimenti ad esempio in Europa, dove rimane il tutto in Euro. Una volta che poi andremo a vendere eventualmente l'investimento, quell'investimento in dollari verrà riconvertito in Euro, dandoci l'accredito sul conto in Euro, esattamente come eravamo partiti.
Ad oggi quindi, avendo noi investitori europei un Euro più forte rispetto ad inizio anno, abbiamo più "forza" per comprare, ma meno valore su cosa abbiamo investito - essendo appunto in valuta Dollaro.
Ciò significa che eventuali acquisti oggi sul mercato azionario USA sono ancora più convenienti rispetto ad inizio anno, e che una eventuale rivalutazione del dollaro, anche solo per tornare a livello di inizio anno, si trasformeranno in una extra performance, esattamente come oggi sono stati una extra riduzione.
Attenzione poi al rendimento storico dei mercati quando il dollaro ribassa dell'oltre 10%!

No, nel lungo periodo no. Il costo della copertura valutaria è molto alto, anche se non ci si rende conto instantaneamente. Solamente negli ultimi 5 anni, aver investito negli USA con il cambio coperto avrebbe significato una sottoperformance dell'oltre 20%, nonostante il calo del dollaro di questo inizio anno.
Un eventuale apprezzamento della valuta ci aiuterebbe ad avere performance sul portafoglio.

Tornando ai fatti successi nel semestre, bisogna ricordarsi di cosa è avvenuto a inizio Aprile, con il famigerato "Liberation Day", ovvero il giorno in cui, secondo Trump, gli USA si sarebbero dovuti liberare del deficit commerciale verso il mondo, applicando dazi per ristabilire l'equilibrio di mercato.
Qui di seguito trovate i vecchi approfondimenti del momento:
1. https://poggileonardo.com/flash-crash-i-dazi-usa/
2. https://poggileonardo.com/flash-crash-i-dazi-usa-parte-2/
3. https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-un-mese-dopo-il-liberation-day/
Posizioni che hanno portato i mercati - specialmente quelli USA - a perdere più del 20% del valore in pochi giorni, con picchi dell'anche 6% giornalieri. Un momento di estrema volatilità dunque, che al momento sembra solo un brutto ricordo a distanza di 3 mesi, dopo l'accordo per il rinvio dei dazi stessi dopo nemmeno un mese di trattative.


Un periodo di estremo panico, che ha portato sempre più investitori sull'oro, grazie alle sue capacità di risposta ai tassi reali e ai momenti di incertezza dei mercati.
Ad oggi infatti, troviamo l'oro nuovamente in testa alle classifiche delle performance da inizio anno - valore da cui però noi europei dovremmo togliere l'effetto dollaro in negativo, per cui ad oggi il rendimento non sarebbe del 28.6% ma della metà circa, considerando un -15% circa del dollaro di perdita da inizio anno - grazie soprattutto agli enormi flussi che ha avuto quest'asset, la più grande di sempre.
Ricordiamoci infatti come - potete riguardarlo sulle precedenti analisi di mercato - la Cina e la banca centrale ha comprato valori record di oro, influenzandone fortemente il prezzo al rialzo.



Attenzione però come sempre a considerare quali sono i valori nel tempo, e non solamente quelli del breve periodo.
Il valore dell'oro è tornato in positivo - aggiustando il prezzo all'inflazione - dopo ben 45 anni, mentre i mercati azionari sono riusciti ad avere un andamento molto più stabile nel tempo.
Da notare anche come il non investimento porti solamente alla perdita di valore: un calcolo che potete fare anche dal simulatore qui presente:
https://poggileonardo.com/calcolatore-inflazione/

No, esattamente come vi scrivevo nelle altre analisi. Prima di tutto, bisogna guardare i fondamentali. Il breve termine non deve influenzare la nostra visione di lungo periodo. Infatti, una sovraperformance in pochi mesi, non dovrebbe farci cambiare idea su un'investimento di anni. Così facendo, si rischia solo di movimentare continuamente il portafoglio alla ricerca del "meglio" del momento, rischiando di arrivare sempre tardi e di prendersi solo parte del rialzo, ma buona parte delle perdite.
In più, bisognerebbe ricordarsi che se alcuni mercati vanno meglio di altri, c'è sempre un motivo. Come si può vedere dall'immagine qui sotto a destra, il dominio dei mercati USA degli ultimi anni ha un motivo: profitti superiori, che si rispecchiano in maggiori valutazioni.




Anche il dollaro, per quanto abbia perso valore in questi mesi, è tutt'altro che una valuta dimenticata, anzi.
La forza del dollaro è ad oggi incomparabile con qualsiasi altra alternativa. Nelle banche centrali è la maggior valuta di riserva, con un grosso scarto sulla seconda, ovvero l'Euro. Negli scambi SWIFT, il dollaro copre il 50% circa degli scambi, e negli scambi FX rappresenta il quasi 90% di tutti gli scambi, con un aumento rispetto al 2014, ovvero 10 anni fa.
Quindi, anche qui, non lasciamoci influenzare dal breve periodo. Solamente 5 anni fa, il dollaro era a quota 1.20, ovvero a un livello addirittura superiore ad oggi.

Gli Statunitensi sono i cittadini che più investono sull'azionario di tutto il mondo, con una media del quasi 50% rispetto ad una media del 10% europei, il che li rende molti esposti su questo fronte - e i vari Presidenti lo sanno molto bene, dato che la ricchezza dei cittadini è fortemente esposta ai mercati azionari USA. Anche i non statunitensi sono sempre più esposti all'azionario USA, arrivando a una media del 60% oggi, percentuale molto diversa rispetto a anni e anni fa.
Un'attenzione particolare al primo grafico qui sotto, che ci fa vedere come la maggior parte degli italiani ha una percentuale di investimenti sull'azionario molto bassa, intorno al 7%. Una quota veramente molto residua, che riflette infatti l'andamento dell'economia rispetto ad altre, che sono cresciute molto di più in termini di ricchezza personale. Nonostante, ovviamente, la statistica ci dica ben altro - vedasi il grafico qui a lato.






Le proiezioni attuali non vedono ancora nessun incremento a causa dei dazi, cosa che aveva fatto paura ai mercati fino a poche settimane fa.
Le aspettative per il prossimo anno sono addirittura inferiori per quasi tutti i paesi del mondo, aggiornati alle previsioni di Giugno 2025.
Anche le varie banche centrali del mondo hanno perlopiù tagliato i tassi nelle ultime riunioni, con aspettativa di un rientro alla normalità dopo il picco inflattivo visto negli ultimi anni.
L'eurozona ha visto parecchi tagli dei tassi nell'ultimo periodo, portandosi al livello dell'inflazione (rendimento reale dello 0.1%). La FED invece, la banca centrale USA, è ancora in attesa di dati più promettenti, ed è quindi ad oggi rimasta molto alta rispetto al dato dell'inflazione, con un rendimento reale del 2.0% circa.
Da notare la Svizzera come ha proprio recentemente tagliato ulteriormente i tassi riportandosi nuovamente a tassi neutri, dopo due anni di tassi positivi. Che si stia tornando nuovamente verso un mondo di tassi al negativo?

Cosa possiamo fare allora?
Innanzitutto, ricordarsi quello che possiamo fare e controllare.
Il mercato potrebbe nuovamente stornare, e non è assolutamente detto che il calo sia già finito.
Noi non possiamo controllare le scelte del Presidente degli Stati Uniti. Ma possiamo controllare come gestire il rischio, il costo e il tempo nel nostro investimento. E cosa più importante, possiamo controllare le nostre emozioni e il nostro comportamento. Troppe volte ci focalizziamo sul breve periodo quando in realtà abbiamo deciso di investire per il lungo periodo. Cosa accade nel breve può essere sfruttato a nostro favore, ma non è necessariamente obbligatorio. Possiamo, se un portafoglio è correttamente impostato, anche non considerarlo - un ribilanciamento ecc è fonte di maggior rendimento e efficienza, ma si può continuare tranquillamente anche in modo passivo se non se ne ha la possibilità. Infatti, se si guarda la prospettiva di lungo periodo per un investimento azionario, ci troviamo ancora, nonostante il forte calo di questo periodo e la risalita, nonostante la volatilità e il calo del dollaro, a livello molto alti negli ultimi 5 anni. Chi ha iniziato da poco non potrà avere tale rendimento in quanto serve tempo. Chi investe a breve periodo invece non può guardare questi grafici in quanto si parla di mercati azionari, e usare solo l'azionario a breve periodo significa scommettere. Cosa che non vogliamo fare con i nostri soldi.



L'importante è la gestione e la pianificazione della liquidità e degli strumenti. Entrare a capofitto o muoversi troppo velocemente cercando di anticipare il mercato è potenzialmente molto dannoso, non potendo appunto fisicamente sapere cosa deciderà di fare Trump domani o mercoledi prossimo o venerdi prossimo. Gestiamo dunque quello che possiamo, nel miglior modo possibile, così da avere risultati migliori nel futuro.
Come avete potuto vedere, se abbiamo valutato che c'era da fare delle modifiche, abbiamo avvisato direttamente noi tramite messaggio / email direttamente. Se abbiamo valutato che non erano necessarie modifiche, vuoi perchè appena iniziato o perchè il portafoglio non ne necessitava, non abbiamo inviato ulteriori aggiornamenti rispetto a quello generale. Per quanto riguarda gli aggiuntivi sui PAC invece, potete scrivermi direttamente voi non avendo visione sulla liquidità che potreste avere al di fuori della banca, così da poter valutare al meglio la quantità da inserire.
Unica cosa che vorrei precisare prima di andare avanti, visto che mi è stata chiesta più volte, riferita alla performance (rimane sempre valido):
Tutti i dati che vediamo a giro, qui, ma anche su investing.com o dove sia, si intendono riservati agli indici, che prendono la performance anno su anno, come se avessero fatto un investimento una tantum il 1 gennaio, e da li non si fossero più mossi. Se si investe tramite PAC, se si fanno aggiuntivi, se si ribilancia il portafoglio, le performance saranno di conseguenza differenti rispetto a quelle degli indici, in positivo o in negativo.
Basti pensare al 2022, come durante il calo di mercato un Piano di Accumulo o aggiuntivi abbiamo fatto beneficiare il portafoglio avendo potuto mediare il prezzo di carico (ovvero il prezzo medio di acquisto), portando il portafoglio nel complessivo ad avere una performance migliore rispetto all'indice di riferimento, nonostante gli strumenti investissero proprio su quell'indice. E stessa cosa accade - in negativo sulla % - quando si accumula su un mercato rialzista, dato che gli acquisti seguenti saranno a un prezzo maggiore, portando il prezzo medio di carico a salire, risultando in una performance diversa rispetto a quello dell'indice (che è rimasta invariata).
Ma, ricordo, che la mediazione è solo una caratteristica del piano di accumulo o degli aggiuntivi. L'obiettivo principale è quello di accumulare capitale, e di ottenere performance su un capitale sempre maggiore.
D'altro canto, meglio avere il +10% su 100.000 euro costruito nel tempo che il +30% su 10.000 euro (non più accumulato per non rovinare la performance positiva), non trovate?
Se si volesse l'esatta performance degli indici bisognerebbe investire tutto una tantum e non toccare più il portafoglio nel tempo. Non la scelta migliore, e nemmeno la più plausibile.

Il tempo è nostro amico.
Più si allunga l'orizzonte temporale, più statisticamente è probabile di ricevere rendimenti positivi nel tempo.
Dal 1950 ad oggi, un portafoglio a 20 anni non ha mai avuto rendimenti negativi, nonostante la volatilità che abbiamo visto nei grafici sopra (quindi anche periodi negativi nel breve termine). Dal 1950 ad oggi significa anche durante la crisi del 1987, la bolla tecnologica del 2000, la bolla immobiliare del 2008, la crisi del Covid del 2020, e l'inflazione del 2022.
Un portafoglio non 100% azionario invece, statisticamente ha bisogno di meno tempo per avere rendimenti positivi, grazie alla componente obbligazionaria.
Siamo ai massimi, conviene però investire adesso?
Statisticamente si. Investire ai massimi è statisticamente più conveniente di aspettare un qualsiasi altro giorno. Anche se può sembrare contro intuitivo. Solamente nel breve periodo ci può essere differenza. Ma se si investe per il breve periodo, perchè si utilizza l'azionario?


Qui a lato vediamo anche una statistica che prende in considerazione i vari andamenti delle diverse composizioni in vari intervalli di tempo.
Come si può vedere, statisticamente, a 20 e 30 anni, tutte le composizioni hanno sempre avuto rendimenti positivi, anche nel peggiore degli scenari. A 10 anni, la perdite è invece stata molto limitata, sempre nel peggiore degli scenari.
Questo grafico ci aiuta a capire come bisognerebbe ragionare di azionario solamente nel lungo periodo, proprio perchè la statistica ci viene in aiuto. Se abbiamo un periodo più breve, allora non possiamo statisticamente permetterci un portafoglio solo azionario, a meno che non vogliamo prenderci rischi più alti.
Per sentirci per eventuali aggiornamenti del portafoglio/situazione personali, vi ricordo la possibilità di fissare un appuntamento quando più volete (oltre alle classiche chiamate/email) dal link calendly, che trovate qui o nella mia firma per email: https://calendly.com/poggileonardo_finanza/appuntamento/
Ricordo poi che se vi fossero situazioni familiari/amici che necessitano aiuto per i propri investimenti per migliorare la loro condizione finanziaria/investimenti in essere non efficienti, sono disponibile a sentirli e vedere se possiamo aiutarli. Ogni referenza è infatti ben apprezzata!
Ricordo inoltre che sono da ora ufficialmente attivi tutti i simulatori sul sito: https://poggileonardo.com/strumenti-e-simulatori-finanziari/
Potrete trovare:
– Calcolatore Interesse Composto
– Calcolatore Rendimento Obbligazioni, Titoli di Stato e BTP
– Calcolatore Pensione e Risparmio Fiscale
– Calcolatore Inflazione
– Calcolatore Interesse Semplice e Composto
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E’ inoltre disponibile anche di recente il Manuale del fondo pensione, per una scelta consapevole in base alla situazione personale e lavorativa: https://poggileonardo.com/fondo-pensione-il-manuale/
Stiamo poi lavorando ad altri simulatori e manuali, per dare sempre maggiori informazioni e poter scegliere al meglio, su dati oggettivi, come destinare i propri capitali, così da diminuire il più possibile errori
Come sempre, se doveste avere qualsiasi dubbio, avete i miei contatti.
Un saluto,
Leonardo
Un ultima parte, prima di concludere.
Se ancora non avete pensato alla vostra pensione, forse è il momento di rivederla insieme.
Le previsioni, estrapolate dal Rapporto Annuale INPS del 2024, mostrano come il tasso di sostituzione pensione salario, ovvero la differenza tra l'ultimo stipendio che riceveremo come lavorati, e l'importo della pensione che andremo a prendere, si aggira intorno al 58.9%.
Ciò significa, che se oggi guadagniamo 1.000 euro, la nostra pensione sarà di 589 euro.
Una cifra estremamente inferiore, che deve essere compensata con qualcosa di alternativo per evitare di dover diminuire significativamente il nostro stile di vita.
Se dunque non avete ancora pensato a aprire il vostro Fondo Pensione, non dimenticatevi di scrivermi. Di seguito vi ricordo il Manuale del fondo Pensione: https://poggileonardo.com/fondo-pensione-il-manuale/
E il calcolatore per la pensione e il risparmio fiscale: https://poggileonardo.com/calcolatore-pensione-e-risparmio-fiscale/


Ah, quasi dimenticato.
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