Aggiornamento Mercati: Settembre 2024

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Settembre è veramente il peggior mese dell'anno per gli investimenti?

Statisticamente, come si può vedere dal grafico qui accanto, si. Se bene o male tutti i mesi hanno un rendimento positivo nella storia dei mercati (utilizzando una serie storica di quasi 100 anni, dal 1928 al 2024), Settembre ha questa corretta nomea di essere un mese negativo, con un rendimento medio storico dell'-1.2%.
E' l'unico mese che storicamente ha visto rendimenti positivi per il meno del 50% nella sua storia (il 43.8% dei periodi totali). E gli ultimi 4 anni non hanno che confermato questo trend negativo, con una performance del -5% nel 2023, una performance del -9% nel 2022, una performance del -5% nel 2021, e una performance negativa del -4% nel 2020.
Questo 2024 sarà diverso? Forse. Ma lo potremo dire solamente a fine mese. Al momento però, aggiornato al 9/09, Settembre ha già perso il 4%, confermando il trend negativo che lo contraddistingue.
Nonostante ciò, al momento stiamo vivendo pur sempre uno dei migliori anni di sempre, con l'indice di riferimento statunitense che guadagna l'oltre 15% da inizio anno.

Diamo però come sempre, prima di iniziare questo aggiornamento, una panoramica su quello che è successo numericamente parlando sui mercati:

Da lato dei mercati azionari dunque, come si può vedere, continuano le buone notizie, con mercati in crescita generalmente parlando. Rispetto all'ultimo aggiornamento, noterete però che il primo posto dell'indice più performante non è più quello Turco (attenzione al valore reale, bisogna considerare l'inflazione galoppante!) ma l'indice VIX, ovvero l'indice della volatilità, conosciuto anche come l'indice della paura. Ma come mai questo indice si trova adesso lassù, nonostante i mercati siano ai massimi o quasi (al momento l'S&P500 si trova a -3.07% dai massimi storici)?

Ad inizio Agosto, più precisamente il 5 Agosto, l'indice Nikkei 225, ovvero l'indice di riferimento Giapponese, ha perso il 12.40% del suo valore in una sola seduta, dopo aver perso il 5.81% il giorno precedente e il 2.49% il giorno ancora prima, portando la perdita dell'indice al 20% circa in 3 giorni, annullando tutti i guadagni dell'anno in pochissime ore di scambi.
Inizialmente, questo crollo, definito come un nuovo Black Monday, era stato fatto passare per una vendita da panico, per cui tantissimi piccoli risparmiatori avevano dato forza, vendendo le loro posizioni, portando giù l'indice. In realtà, la situazione era ben diversa. 
Negli ultimi 30 anni la Bank of Japan, per combattere una deflazione praticamente inarrestabile, ha portato il costo del debito allo 0 (ovvero i tassi), per indurre le imprese a prendere denaro a prestito per far ripartire l'economia. Con il costo zero, si sono però aperte opportunità collaterali: banche e investitori potevano prendere denaro praticamente gratis in yen, investendolo in asset che avevano rendimento maggiore, tipicamente in dollari, come ad esempio i Treasuries (i nostri BTP, ma statunitensi). Questa operazione prende il nome di Carry Trading.
Così facendo il Giappone è diventato in qualche anno il più grande investitore di titoli di stato statunitensi nel mondo. Questa operazione è stata poi ovviamente utilizzata anche per altri asset più dinamici, come azioni, ma anche valute di paesi emergenti, per cercare di ottenere un rendimento ancora superiore da questo differenziale.
La situazione è peggiorata a causa dell'inflazione negli anni passati, con le banche centrali che si sono mosse in modo diverso. La FED, la banca centrale statunitense, come abbiamo visto nei vari aggiormanti passati nel tempo, ha attuato l'aumento più rapido di sempre dei tassi di interesse. La Bank of Japan invece, sperando che l'inflazione divenisse insita nell'economia, li ha mantenuti costanti.
Ciò ha portato un crollo della valuta giapponese, come abbiamo visto, ai minimi degli ultimi anni.
Gli investitori si sono così posizionati long (acquistando) l'indice giapponese, essendo esportatore, e una valuta debole aiuta, e short (vendendo) sulla valuta. Più scendeva la valuta, più saliva il listino. Ma cosa è successo ad Agosto?
L'inflazione salariale in Giappone è salita più del previsto, e la Bank of Japan ha alzato i tassi di uno 0.25% senza preavviso dopo anni e anni. Gli investitori hanno così dovuto "tecnicamente" chiudere varie posizioni, portando giù le valutazioni del mercato (essendoci tante chiusure delle posizioni), con un VIX che ha avuto uno spike, ovvero una salita che è stata la più veloce e ampia di sempre, paragonabile a livelli solamente visti nelle grandi crisi finanziarie. Il giorno successivo comunque, su rassicurazione delle parole della BOJ, l'indice ha rimbalzato con un +10.23%.


La Banca Centrale Giapponese potrebbe aumentare ancora nei prossimi mesi i tassi di interesse a seconda dei dati sull'inflazione, che continua a salire adesso "troppo" velocemente, quando era obiettivo da decenni. E un aumento dei tassi rafforza la valuta, portando al ribasso i listini di riferimento, come si sta vedendo anche negli ultimi giorni. L'indice Nikkei ha ad oggi una serie negativa di 7 sessioni di scambio consecutive, ed ha portato il suo guadagno da inizio anno dal +17.45% di Giugno al +6.36% di oggi.
La "paura" si è ovviamente riflessa su tutto il mercato, portando giù un pò tutto. Una situazione di panico, che ha fatto calare gli indici del 10% circa (con un calo maggiore sui listini più dinamici), ma che è stato ampiamente recuperato nelle settimane successive, portando il mercato a una nuova situazione di euforia.

Insomma, oggi più che mai, l'aver mantenuto il proprio obiettivo di investimento, magari avendo sfruttato i ribassi di mercato del 2022 (come vi avevo scrittto nei precedenti aggiornamenti) sta pagando in termini di performance.
Chi ha venduto invece, chi ha stoppato l'investimento per "paura", senza mantenere e continuare quello che doveva essere il suo piano di investimento (e per fortuna tra voi in consulenza non vi è nemmeno una persona che l'ha fatto, complimenti!), oggi si sta mangiando le mani, avendo meno - o nessun - soldo investito, vedendo però i mercati a nuovi massimi storici. Su tutti i fronti (ad eccezione dell'obbligazionario, ma vedremo successivamente anche questa parte).
Unica cosa che vorrei precisare prima di andare avanti, visto che mi è stata chiesta più volte, riferita alla performance:
Tutti i dati che vediamo a giro, qui, ma anche su investing.com o dove sia, si intendono riservati agli indici, che prendono la performance anno su anno, come se avessero fatto un investimento una tantum il 1 gennaio, e da li non si fossero più mossi. Se si investe tramite PAC, se si fanno aggiuntivi, se si ribilancia il portafoglio, le performance saranno di conseguenza differenti rispetto a quelle degli indici, in positivo o in negativo.
Basti pensare al 2022, come durante il calo di mercato un Piano di Accumulo o aggiuntivi abbiamo fatto beneficiare il portafoglio avendo potuto mediare il prezzo di carico (ovvero il prezzo medio di acquisto), portando il portafoglio nel complessivo ad avere una performance migliore rispetto all'indice di riferimento, nonostante gli strumenti investissero proprio su quell'indice. E stessa cosa accade - in negativo sulla % - quando si accumula su un mercato rialzista, dato che gli acquisti seguenti saranno a un prezzo maggiore, portando il prezzo medio di carico a salire, risultando in una performance diversa rispetto a quello dell'indice (che è rimasta invariata).
Ma, ricordo, che la mediazione è solo una caratteristica del piano di accumulo o degli aggiuntivi. L'obiettivo principale è quello di accumulare capitale, e di ottenere performance su un capitale sempre maggiore.
D'altro canto, meglio avere il +10% su 100.000 euro costruito nel tempo che il +30% su 10.000 euro (non più accumulato per non rovinare la performance positiva), non trovate?
Se si volesse l'esatta performance degli indici bisognerebbe investire tutto una tantum e non toccare più il portafoglio nel tempo. Non la scelta migliore, e nemmeno la più plausibile.

Andando avanti, l'attenzione si rivolge adesso ad un tema diverso. Non più all'inflazione, che pare essere dopo due anni più o meno sotto controllo, ma ad una possibile recessione. Da inflazione siamo dunque passati a uno status di recessione si/recessione no.
Se fino ad oggi un'inflazione al ribasso era vista come un dato positivo, dato che voleva dire che le aspettative del taglio dei tassi sarebbero state sempre più probabili, da oggi la questione potrebbe cambiare. Un dato troppo negativo potrebbe significare una economia troppo ferma, con il rischio della recessione (Si parla di recessione quando c'è un calo significativo della produzione economica di uno Stato che dura per mesi o addirittura anni. Il Prodotto Interno Lordo (PIL) diminuisce e, contemporaneamente, si registrano una crescita del tasso di disoccupazione e una contrazione dei redditi e delle vendite).


Negli Stati Uniti, ad agosto, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,2% rispetto al mese precedente, in linea con le stime. Secondo quanto riportato dal dipartimento del Lavoro, il dato annuale ha rallentato dal 2,9% al 2,5%, il minimo da febbraio 2021, contro stime per un +2,6%.

Per quanto riguarda il dato core, ossia quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, si registra una crescita dello 0,3%, contro attese per uno 0,2%. Guardando a un anno prima, il dato core è rimasto praticamente invariato al 3,2%, in linea con le attese, il minor aumento dall’aprile 2021.

Sale l’attesa per la prossima riunione della Fed, in programma il prossimo 18 settembre. Ormai sembra tutto pronto per il primo taglio dei tassi d’interesse dopo che con la stretta monetaria in corso da oltre 2 anni la banca centrale americana ha portato il costo del denaro al livello più alto degli ultimi 23 anni. Tuttavia, l’ipc core lievemente al di sopra delle attese potrebbe spingere Jerome Powell e colleghi a evitare un taglio di oltre 25 punti base la settimana prossima.


Il mercato sta quindi adesso guardando alla possibilità di recessione. Dati deboli, potrebbero portare incertezza sullo stato dell'economia, con un affanno per i mercati finanziari. Dati più forti invece, potrebbero dare fiducia ai mercati, essendo che il rischio recessione sia più lontana del previsto.

In più, i dati sulla disoccupazione sono stati migliori del previsto, andando ad aumentare le possibilità di avere un solo taglio dei tassi a breve (il mercato prezza al momento un solo taglio all'87%, contro un 50% di probabilità di un solo mese fa). Tutto ciò potrebbe però causare danni all'economia, portando la FED dietro la curva e non davanti, essendo che ad Ottobre ci sarà una pausa delle riunioni della banca centrale. Ciò significa che dopo prossima settimana, bisognerà aspettare il 6/7 Novembre per altre decisioni (anzichè un solo mese come di solito accade).

Le società che soffrono di più in questi casi sono quelle che hanno un valore dei flussi non realizzati, normalmente quelle più in fase di sviluppo (tecnologie), e non da quelle che hanno flussi di cassa già ben generati nel tempo. Per cui, come da anni a questa parte, si viaggi ancora una volta a "vista" a seconda dei dati.
Dati positivi, come quelli di ieri 11 Settembre (sull'inflazione in leggera crescita, che potrebbe scongiurare il rischio di recessione), porterebbero i mercati a non subire (il mercato ha difatti chiuso all'oltre +1%, con il Nasdaq all'oltre +2%, proprio in virtù del procedimento sopra descritto).



D'altro canto invece, dati negativi sono positivi per le obbligazioni. Per la relazione inversa prezzi/rendimenti, un taglio dei tassi portebbe il valore delle obbligazioni a salire. Più questo taglio dovesse essere importante, più i bond ne beneficierebbero.

Stessa cosa accadrebbe - salvo recessione - alle Small Cap, ovvero a quelle società a più piccola capitalizzazione che come abbiamo spiegato più volte negli aggiornamenti passati, beneficiano di tassi minori dato che sono normalmente più indebitate, ed hanno bisogno di finanziamenti per poter portare avanti il loro sviluppo.
Tassi di interesse più alti significano maggiori costi da sostenere, e minori possibilità di crescere, riducendo il loro valore di capitalizzazione (che deriva dalle aspettative di crescita futura, oltre a quelle attuali).

A seconda dei dati quindi, potremmo vedere un recupero del settore tecnologico e simili, sulla scia del 2023. Un rischio recessione, potrebbe invece far cambiare i mercati (la cosiddetta rotazione settoriale) in favore di settori più difensivi, come visto in questi ultimi due mesi (ad eccezione di ieri 11 Settembre, dove le condizioni economiche "sembrano" cambiate). 


La liquidità.

Oggi più che mai, tenere la liquidità ferma sul conto ha un costo opportunità enorme.
Esistono strumenti monetari che replicano l'andamento dei tassi delle banche centrali, attualmente, come visto, molto alti.
A differenza dei conti deposito non hanno vincoli, la tassazione è inferiore, e vi è possibilità di inserire qualunque cifra, senza minimi o multipli (richiesti da molti conti deposito).
Con i tassi attuali, si riesce ad ottenere un circa 3.75% lordo, senza sostanziali oscillazioni. Se i tassi dovessero poi diminuire, questi strumenti andrebbero ad ottenere un tasso di rendimento inferiore, al 3.5, 3%, o quanto sia a seconda del tasso di riferimento. Non si vedrà negativo fino a quando i tassi non torneranno in negativo.
Tenere dunque la liquidità ferma oggi non ha senso, quando si può ottenere un rendimento - anche ad accumulazione (o a distribuzione se si preferisce) - alto senza scadenza.

Se avete dunque liquidità a disposizione che non usate e che non volete investire a più lungo termine sui mercati finanziari, questa è la soluzione ideale.

Cosa fare allora oggi?

Per chi ha un PAC a lungo termine, la risposta è sempre la stessa. Guardare i mercati per informazioni, per divertimento, ma non per lasciarsi influenzare sulle scelte di investimento, a meno che non siano cambiate le situazioni personali. Se investo per 10/15 anni, avrà tempo di vedere rialzi e cali ancora parecchie volte. Anche se oggi nella maggior parte dei casi non si mediano più i prezzi come successo per tutto il 2022 e per buona parte del 2023, bisogna ricordarsi come la mediazione non è la funzione principale di un piano di accumulo. Si investe tramite Piano di Accumulo per appunto accumulare il capitale, per farlo crescere piano piano nel tempo, investendo periodicamente liquidità senza farsi influenzare dalle condizioni di mercato. La mediazione è una caratteristica in più che, ben venga se aiuta a abbassare il prezzo di carico, ma che funziona anche al contrario. Con un mercato in salita, si comprerà a prezzi superiori nel tempo, mediando al rialzo.

Per chi ha invece un portafoglio già ben strutturato e definitivo, ci sentiamo per gli eventuali bilanciamenti e/o le modifiche necessarie.
Ricordo poi, per chi ha un PAC manuale, che gli inserimenti arriveranno ad inizio mese per tutti. Ci saranno 20gg per accettare la proposta, in qualsiasi momento, dato che è fortunatamente caduto il vincolo di doverlo accettare a mercato aperto.

Per sentirci per eventuali aggiornamenti del portafoglio/situazione personali, vi ricordo la possibilità di fissare un appuntamento quando più volete (oltre alle classiche chiamate/email) dal link calendly, che trovate qui o nella mia firma per email: https://calendly.com/poggileonardo_finanza/appuntamento/

Ricordo poi che se vi fossero situazioni familiari/amici che necessitano aiuto per i propri investimenti per migliorare la loro condizione finanziaria/investimenti in essere non efficienti, sono disponibile a sentirli e vedere se possiamo aiutarli. Ogni referenza è infatti ben apprezzata!

Ricordo inoltre che sono da ora ufficialmente attivi tutti i simulatori sul sito: https://poggileonardo.com/strumenti-e-simulatori-finanziari/

Potrete trovare:
– Calcolatore Interesse Composto
– Calcolatore Rendimento Obbligazioni, Titoli di Stato e BTP
– Calcolatore Pensione e Risparmio Fiscale
– Calcolatore Inflazione
– Calcolatore Interesse Semplice e Composto
– Calcolatore Mutuo

E’ inoltre disponibile anche di recente il Manuale del fondo pensione, per una scelta consapevole in base alla situazione personale e lavorativa: https://poggileonardo.com/fondo-pensione-il-manuale/
Stiamo poi lavorando ad altri simulatori e manuali, per dare sempre maggiori informazioni e poter scegliere al meglio, su dati oggettivi, come destinare i propri capitali, così da diminuire il più possibile errori.

Come sempre, se doveste avere qualsiasi dubbio, avete i miei contatti.

Un saluto,
Leonardo


Ah, quasi dimenticato.
Siamo ancora oggi la pagina Instagram più seguita in ITALIA come pagina personale di un Consulente Finanziario.
Un bel traguardo 🙂

Qui gli aggiornamenti precedenti:

https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-il-primo-semestre-del-2024/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-aprile-2024/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-febbraio-2024/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-il-2023/


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