Aggiornamento Mercati: il primo semestre del 2024

(Cliccando sulle immagini potete zoomarle)


Il riepilogo di questo primo semestre del 2024 non può partire con una panoramica su Nvidia, ormai presente sulla bocca di tutti da mesi e mes. Una performance che normalmente si vede in società sconosciute giornalmente, salvo ricrollare il giorno successivo. Molto strano vederla su una società che, grazie alla sua crescita, è divenuta oggi la terza società più capitalizzata al mondo, dietro solo a Microsoft e Apple. 

Un terzo posto solo momentaneo al momento della scrittura di questo riepilogo, in quanto, fino a qualche giorno fa, aveva raggiunto il primato di società più capitalizzata nel mondo. Una società che rispecchia alla grande la crecita e l'interesse verso l'Intelligenza Artificiale, essendone, di fatto, artefice per la creazione dei chip dedicati. Nonostante ad oggi non si trovi ai massimi storici (toccati appunto settimana scorsa, ad oggi si trova al -11% rispetto ai massimi), la corsa sembra tutt'altro che finita, toccando quasi quota +150% da inizio anno.


Una crescita che continua interrottamente da tempo - nel 2023 Nvidia è stata la società che è cresciuta di più in borsa tra le società incluse nell'S&P500, portando a casa il quasi 240% di guadagno, registrando un +2.788,89% negli ultimi 5 anni - che ha dato fiducia all'intero mercato azionario, dato il suo ormai peso e rilevanza negli indici mondiali. Grazie a queste importanti performance infatti, Nvidia pesa adesso per il 6.75% sull'interno listino azionario statunitense, mentre il suo valore nell'indice Msci World pesa per il 4.50% (dato aggiornato al 29 Maggio, un 1% in più rispetto a Marzo).
Nota di merito anche per Amazon che, nonostante la sempre più agguerrita concorrenza cinese (vedasi Temu), riesce a continuare a salire e ad entrare nelle società che valgono almeno $2.000.000.000.000.

Diamo però come sempre, prima di iniziare questo aggiornamento, una panoramica su quello che è successo numericamente parlando sui mercati:

Da lato dei mercati azionari dunque, come si può vedere, continuano le buone notizie, con mercati in crescita generalmente parlando; bene anche dal lato della volatilità, come si può vedere dal VIX, aumentato leggermente da inizio anno, ma calato drasticamente dal +23% di Marzo. Molto bene i tecnologici e gli USA in generale, grazie agli ultimi dati sull'inflazione, che sono stati letti positivamente dal mercato, facendogli fare un bel balzo dal calo di Aprile. In leggero positivo adesso è anche la Cina, che continua a faticare da oltre 3 anni, con i listini di riferimento che hanno perso tra il 34 e il 43% del loro valore complessivo. Nelle ultime settimana è tornata a soffrire, dopo la grande spinta avuta grazie all'intervento della banca centrale.
Insomma, oggi più che mai, l'aver mantenuto il proprio obiettivo di investimento, magari avendo sfruttato i ribassi di mercato del 2022 (come vi avevo scrittto nei precedenti aggiornamenti) sta pagando in termini di performance.
Chi ha venduto invece, chi ha stoppato l'investimento per "paura", senza mantenere e continuare quello che doveva essere il suo piano di investimento (e per fortuna tra voi in consulenza non vi è nemmeno una persona che l'ha fatto, complimenti!), oggi si sta mangiando le mani, avendo meno - o nessun - soldo investito, vedendo però i mercati a nuovi massimi storici. Su tutti i fronti (ad eccezione dell'obbligazionario, ma vedremo successivamente anche questa parte).
Unica cosa che vorrei precisare prima di andare avanti, visto che mi è stata chiesta più volte, riferita alla performance:
Tutti i dati che vediamo a giro, qui, ma anche su investing.com o dove sia, si intendono riservati agli indici, che prendono la performance anno su anno, come se avessero fatto un investimento una tantum il 1 gennaio, e da li non si fossero più mossi. Se si investe tramite PAC, se si fanno aggiuntivi, se si ribilancia il portafoglio, le performance saranno di conseguenza differenti rispetto a quelle degli indici, in positivo o in negativo.
Basti pensare al 2022, come durante il calo di mercato un Piano di Accumulo o aggiuntivi abbiamo fatto beneficiare il portafoglio avendo potuto mediare il prezzo di carico (ovvero il prezzo medio di acquisto), portando il portafoglio nel complessivo ad avere una performance migliore rispetto all'indice di riferimento, nonostante gli strumenti investissero proprio su quell'indice. E stessa cosa accade - in negativo sulla % - quando si accumula su un mercato rialzista, dato che gli acquisti seguenti saranno a un prezzo maggiore, portando il prezzo medio di carico a salire, risultando in una performance diversa rispetto a quello dell'indice (che è rimasta invariata).
Ma, ricordo, che la mediazione è solo una caratteristica del piano di accumulo o degli aggiuntivi. L'obiettivo principale è quello di accumulare capitale, e di ottenere performance su un capitale sempre maggiore.
D'altro canto, meglio avere il +10% su 100.000 euro costruito nel tempo che il +30% su 10.000 euro (non più accumulato per non rovinare la performance positiva), non trovate?
Se si volesse l'esatta performance degli indici bisognerebbe investire tutto una tantum e non toccare più il portafoglio nel tempo. Non la scelta migliore, e nemmeno la più plausibile.


La corsa dell'AI sta aiutando a far crescere i mercati come poche volte visto nella storia. Al momento (dati al 18 Giugno) l'S&P500 ha toccato 31 nuovi massimi quest'anno, ed è in corsa per essere uno dei migliori anni di sempre.
Negli ultimi 25 anni, solamente il 2019 ha avuto un inizio migliore nei primi 117 giorni di scambi.
Ma, ad oggi, questo rimane il miglior inizio di un anno con le elezioni presidenziali in corso della storia.
Tra l'altro, è quasi un anno che l'indice statunitense più importante del mondo non vede un calo del 2% giornaliero.
Non si vedeva questa "calma" addirittura del 2017, anno in cui durò 350 giorni.

Ma da cosa deriva questa super performance?
Come vi scrivevo precedentemente, i motivi sono sempre gli stessi.
C'è una parte di società, le small cap, che faticano enormemente a "rimanere a galla" con tassi cosi alti, poichè i finanziamenti, i mutui, i debiti, sono aumentati di prezzo (le società più piccole normalmente necessitano di maggiori finanziamenti per crescere, soprattutto in fase iniziale, ed un aumento dei tassi di interesse pesa sugli utili aziendali).
C'è poi un'altra parte del mercato, quella delle Mega Cap, ovvero delle società più capitalizzate del mondo, che poco faticano con tassi alti.
Hanno la possibilità di aumentare i prezzi per fronteggiare all'inflazione avendo posizioni favorevoli, e hanno la possibilità di far cassa con una quantità spropositata di liquidità che hanno in cassa (i tassi della FED, la banca centrale statunitense, sono ad oggi all'oltre 5% annuo.

Qui a lato possiamo vedere quelle che sono state le performance delle Magnificent 7, e quello che è stato il contributo di ogni società nella performance annuale dell'S&P500.
Nvidia da sola ha fatto aumentare l'indice del 5%.
Altre 490 società hanno fatto salire l'indice del 4.47%.

Questa differenza di performance è molto ben sentita quest'anno.
Le small cap sono infatti sorprendentemente ancora in negativo quest'anno, nonostante si pensi che questo 2024 sia una festa da lato mercati.
Quindi, chi non avesse le "big" in portafoglio, potrebbe non avere i risultati che si vedono qui sopra. Nel complessivo, tra l'indice in se e le small cap, vi è da inizio anno una differenza di 17 punti percentuali. Tantissimo.
Una differenza cosi marcata iniziata appunto dall'innalzamento dei tassi avvenuta anni fa, che ha raggiunto i massimi di Novembre 1999.

Facendo infatti un confronto tra l'indice come lo conosciamo tutti (market weight, ovvero pesato in base alla capitalizzazione di mercato) e l'indice equal weight (ovvero dove tutte le società hanno lo stesso peso ignorando la loro capitalizzazione di mercato) vediamo come la differenza di performance è notevole, specialmente negli ultimi due anni (dove appunto i tassi sono stati mantenuti alti).
Se l'anno scorso la differenza è stata di 12.4 punti percentuali, a 6 mesi dall'inizio del 2024 questa differenza pesa già per quasi 10 punti percentuali, segnando un effettiva debolezza nella parte delle small cap.
Una debolezza che potrebbe essere rivista solamente nel momento in cui i tassi dovessero essere tagliati in modo significativo.
La differenza di performance sta facendo diventare l'indice sempre più concentrato. Oggi siamo vicini al 30% per le prime 5 posizioni, al 21.1% per le prime 3 posizioni.

Le banche centrali si muovono a vista oramai, seguendo i dati sull'inflazione e sull'economia. Non vogliono anticipare i tagli dei tassi se non ve ne sono le ragioni, per evitare un nuovo surriscaldamento del mercato, e quindi un conseguente ritorno dell'inflazione.
E considerando che l'economia sta reggendo, e che l'inflazione USA è sempre superiore al 3% da 38 mesi consecutivi, il periodo di inflazione più lungo visto dalla fine degli anni '80, perchè dovrebbero?

Infatti, i dati ci parlano di una economia statunitense forte, che sorprende le aspettative da parecchie letture. Al 27 Giugno, il PIL trimestrale è in aumento dell'1.4%, rispetto alle attese dell'1.3%..
Se fino a qualche mese fa (Febbraio) si pensava che entro l'anno ci potessero essere fino a 5 tagli dei tassi, ad oggi questa probabilità è crollata, portando i tagli più probabili ad essere solamente due entro la fine dell'anno: oggi le aspettative prezzano un 89.7% di probabilità che i tassi non verranno tagliati a nemmeno a fine Luglio, e che verranno mantenuti esattamente come sono ancora una volta. Con i dati attuali, per vedere un taglio dei tassi bisognerà aspettare almeno fino a Settembre, dove le probabilità sono le più alte (attualmente del 57.9% che avvenga un unico taglio dei tassi).
Le prospettive per l'intero 2024 sono completamente cambiate rispetto all'inizio dell'anno, con una recessione che non arriva, e che non vedono più sei tagli dei tassi come i più probabili, ma ne scontano solamente - ad oggi - uno o due, con una probabilità del 40% circa (cliccando sulle immagini si può vedere le differenze di aspettative a Dicembre).
Tutto ciò influenzerebbe ancora una volta quelle società più piccole che faticherebbero ad emergere e quelle non redditizie, ma soprattutto influenzerebbe la risalita del mercato obbligazionario che, ahimè, a differenza di quello azionario, continua oggi ad essere in forte perdita.


A livello immobiliare, le cose non si stanno invece facilitando. Anche se non siamo più ai massimi storici per i tassi dei mutui, i prezzi delle case stanno continuando a salire, essendoci sempre meno disponibilità delle persone a vendere, per non dover sottoscrivere un nuovo mutuo a tassi ben poco agevolati rispetto al passato.
E senza la costruzione di nuove case, la situazione rimane in stallo.
4 anni fa il tasso di interesse di un mutuo a 30 in USA era del 3.1%, e il prezzo mediano di una casa era di $284.000. Oggi, il tasso di un mutuo a 30 anni è del 6.9%, e il prezzo mediano si è spostato a toccare un record di $419.000. Il risultato è un aumento di $27.000 nel pagamento dell'anticipo (considerando un 20%) e un aumento del 128% nella rata del mutuo (passata da $970 a $2.208).
Questo di oggi, è il mercato immobiliare meno avvicinabile della storia.
Da noi i tassi e i prezzi sono diversi, ma considerando anche la differenza di tassi positivi e degli stipendi, possiamo tranquillamente dire che non è molto diverso nel nostro Paese.

Da lato bond (obbligazioni) la situazione è decisamente diversa, e rimane sostanzialmente uguale a quella dell'ultimo aggiornamento. Data la correlazione prezzo/tasso di interesse delle obbligazioni, il prezzo delle stesse obbligazioni non si è mosso in modo così accentuato come successo con il mercato azionario. Quello che abbiamo potuto notare è stato un rally dei titoli obbligazionari dal picco dei tassi di interesse di Ottobre 2023, sopratutto nella fine dell'anno scorso dato che le previsioni vedevano un forte taglio dei tassi da parte delle banche centrali. E i mercati, anticipando le aspettative, hanno dato dei buoni ritorni come non si vedevano da ormai più di tre anni, a causa dell'innalzamento dei tassi che ha portato il comparto a subire tantissimo, soprattutto nelle lunghe scadenze, che sono più suscettibili alle variazioni dei tassi.



Ma il continuo "rimandare" il taglio dei tassi, ha fatto piano piano alleggerire le convinzioni di una ripresa, facendo tornare su i rendimenti, e riportando giù i prezzi, specialmente per quelle obbligazioni a lunga scadenza che più avevano beneficiato del rally di Ottobre scorso.
Prendendo ad esempio il titolo Francese con scadenza 2072, il calo è stato dell'oltre -14% da inizio anno, sulle aspettative cambiate dei tassi.
Un problema per tutti quegli investitori che volevano speculare sul taglio dei tassi, provando a prendere strumenti "sicuri", che hanno praticamente non solo visto il loro capitale diminuire, ma anche perso il rally dei mercati da inizio anno.
Ed hanno - al momento - perso anche 6 mesi per compensare le eventuali minsuvalenze, motivo per cui si poteva pensare di utilizzare questi strumenti su una scommessa dei tassi.

Ma come si sa, scommettere su quello che potrebbe succedere al più delle volte risulta fallimentare.

Per l'obbligazionario quindi, il recupero totale sarà più lento, specialmente per chi ha acquistato a tassi zero, o negativi. Finchè i tassi non si abbasseranno, il recupero necessiterà tempo. Eventuali cedole aiuteranno a tornare in parità prima. Per chi deve creare un nuovo portafoglio o deve aggiungere oggi l'obbligazionario per cambiare la volatilità al proprio portafoglio invece, non sarà "conveniente" come lo era ad Ottobre scorso, ma rimane sempre un momento migliore oggi rispetto a quello che c'era tre anni fa.

Vedendo qualche altro dato:


Festeggia da inizio anno l'oro, sulle incertezze della guerra e sul continuo acquisto da parte delle banche centrali, soprattutto da quelle dei paesi emergenti, per proteggersi dal cambio valuta e dall'inflazione. Salita che tra l'altro si è fermata proprio recentemente, sulla scia della notizia della Banca Centrale Cinese di aver stoppato i suoi acquisti di oro.
Ricordiamoci però che l'oro, come tutte le materie prime, è un bene infruttifero che non da ne cedole ne dividendi.

Per cui, è abbastanza difficile se non impossibile prevederne l'andamento, e annate di zero rendimenti sono possibili, dato che se il prezzo non varia, non si ha nessun tipo di renumerazione per l'investimento (cosa che con cedole e dividendi può invece esserci anche se il prezzo non sale). Dal 2011 infatti l'oro ha richiesto ben 9 anni per veder tornare la parità di prezzo, dopo che era passato da 1830 dollari circa a un minimo di 1060 dollari nel Dicembre 2015.
Per cui nel portafoglio va inserito solo in determinati casi, con specifiche funzioni. Non bisogna poi farsi abbagliare dai rendimenti di breve periodo, e ricordarsi proprio qual è la funzione di ogni asset class da utilizzare eventualmente in portafoglio. L'oro, come si può vedere dal grafico, ha avuto un rendimento annualizzato dal 2011 ad oggi del 3.4%. Molto, ma molto inferiore a specifiche altre asset class che hanno avuto rendimenti nettamente superiori (vedasi i mercati azionari), asset class che appunto hanno la funzione di dare rendimento.


La liquidità.

Oggi più che mai, tenere la liquidità ferma sul conto ha un costo opportunità enorme.
Esistono strumenti monetari che replicano l'andamento dei tassi delle banche centrali, attualmente, come visto, molto alti.
A differenza dei conti deposito non hanno vincoli, la tassazione è inferiore, e vi è possibilità di inserire qualunque cifra, senza minimi o multipli (richiesti da molti conti deposito).
Con i tassi attuali, si riesce ad ottenere un circa 4% lordo, senza sostanziali oscillazioni. Se i tassi dovessero poi diminuire, questi strumenti andrebbero ad ottenere un tasso di rendimento inferiore, al 3.5, 3%, o quanto sia a seconda del tasso di riferimento. Non si vedrà negativo fino a quando i tassi non torneranno in negativo.
Tenere dunque la liquidità ferma oggi non ha senso, quando si può ottenere un rendimento - anche ad accumulazione (o a distribuzione se si preferisce) - alto senza scadenza.

Se avete dunque liquidità a disposizione che non usate e che non volete investire a più lungo termine sui mercati finanziari, questa è la soluzione ideale.

Cosa fare allora oggi?

Per chi ha un PAC a lungo termine, la risposta è sempre la stessa. Guardare i mercati per informazioni, per divertimento, ma non per lasciarsi influenzare sulle scelte di investimento, a meno che non siano cambiate le situazioni personali. Se investo per 10/15 anni, avrà tempo di vedere rialzi e cali ancora parecchie volte. Anche se oggi nella maggior parte dei casi non si mediano più i prezzi come successo per tutto il 2022 e per buona parte del 2023, bisogna ricordarsi come la mediazione non è la funzione principale di un piano di accumulo. Si investe tramite Piano di Accumulo per appunto accumulare il capitale, per farlo crescere piano piano nel tempo, investendo periodicamente liquidità senza farsi influenzare dalle condizioni di mercato. La mediazione è una caratteristica in più che, ben venga se aiuta a abbassare il prezzo di carico, ma che funziona anche al contrario. Con un mercato in salita, si comprerà a prezzi superiori nel tempo, mediando al rialzo.

Per chi ha invece un portafoglio già ben strutturato e definitivo, ci sentiamo per gli eventuali bilanciamenti e/o le modifiche necessarie.
Ricordo poi, per chi ha un PAC manuale, che come in tutti gli anni gli inserimenti per Luglio e Agosto arriveranno ad inizio mese per tutti. Ci saranno 20gg per accettare la proposta, in qualsiasi momento, dato che è fortunatamente caduto il vincolo di doverlo accettare a mercato aperto.

Per sentirci per eventuali aggiornamenti del portafoglio/situazione personali, vi ricordo la possibilità di fissare un appuntamento quando più volete (oltre alle classiche chiamate/email) dal link calendly, che trovate qui o nella mia firma per email: https://calendly.com/poggileonardo_finanza/appuntamento/

Ricordo poi che se vi fossero situazioni familiari/amici che necessitano aiuto per i propri investimenti per migliorare la loro condizione finanziaria/investimenti in essere non efficienti, sono disponibile a sentirli e vedere se possiamo aiutarli. Ogni referenza è infatti ben apprezzata!

Ricordo inoltre che sono da ora ufficialmente attivi tutti i simulatori sul sito: https://poggileonardo.com/strumenti-e-simulatori-finanziari/

Potrete trovare:
– Calcolatore Interesse Composto
– Calcolatore Rendimento Obbligazioni, Titoli di Stato e BTP
– Calcolatore Pensione e Risparmio Fiscale
– Calcolatore Inflazione
– Calcolatore Interesse Semplice e Composto
– Calcolatore Mutuo

E’ inoltre disponibile anche di recente il Manuale del fondo pensione, per una scelta consapevole in base alla situazione personale e lavorativa: https://poggileonardo.com/fondo-pensione-il-manuale/

Come sempre, se doveste avere qualsiasi dubbio, avete i miei contatti.

Un saluto,
Leonardo


Ah, quasi dimenticato.
Siamo ancora oggi la pagina Instagram più seguita in ITALIA come pagina personale di un Consulente Finanziario.
Un bel traguardo 🙂

Qui gli aggiornamenti precedenti:

https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-aprile-2024/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-febbraio-2024/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-il-2023/


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