Aggiornamento Mercati: il 2024 - Cosa aspettarsi nel 2025?

(Cliccando sulle immagini potete zoomarle)

Esattamente un anno fa, chiudevamo l'anno parlando dei tassi di interesse delle banche centrali, ovvero come erano stati alzati al ritmo più veloce di sempre. Oggi, ad inizio 2025, i protagonisti dei mercati sono sempre loro: i tassi di interesse.
Ma andiamo con calma, e vediamo prima di quello che potremmo aspettarci in questo nuovo anno, quello che è successo in questo 2024, che è stato uno dei migliori anni di sempre per i listini azionari.

Con Bitcoin come miglior asset del 2024, vediamo poi come praticamente tutte le asset class abbiano avuto rendimenti positivi quest'anno, ad accezione delle obbligazioni a lunga durata, dovuta al calo degli ultimi mesi (lo vedremo successivamente).
Il settore US Growth (come vi dicevo nelle analisi passate) è stato quello che più ha beneficiato della situazione di mercato, seguito dall'oro, che ha registrato una performance record del +26.7% in un anno.
A seguire Nasdaq 100 (USA, +25.6%), S&P500 (USA, +24.9%), DAX (Germania, +18.9%), IBEX35 (Spagna, +14.7%), Dow Jones (USA, +12.9%), FTSE Mib (Italia, +12.63%). Male invece il CAC40 (Francia) che ha terminato l'anno in negativo, con un calo del -2.15% a causa di una complessa situazione politica interna, e la Danimarca (-7.9%), a causa della caduta del gigante Novo Nordisk a Dicembre.

Nel complesso generale comunque, anche l'Europa ha visto un buon rendimento, con l'Euro Stoxx 50 e lo Stoxx Europe 600 che hanno guadagnato rispettivamente un +8.28% e un +8.78% nell'anno.



Dall'altra parte del mondo abbiamo invece visto un indice Hang Seng in crescita dopo l'elezione di Donald Trump, con una performance del +17.6%, che è andata a stoppare una striscia calante durata ben 4 anni. Anche il Giappone ha visto una performance positiva del 19.2%, nonostante il crollo del listino ad Agosto a causa della fine del Carry trade (ne abbiamo parlato nell'analisi di Settembre). Il risultato è stato un forte deprezzamento della moneta, che ha portato i listini a esplodere in positivo grazie ad un export in salita.

Nel complesso, l'indice globale, il MSCI World, ha chiuso l'anno con un notevole +17%, spinto soprattutto dalle performance degli Stati Uniti, che pesano oramai per il 73.9% dell'intero indice, una proporzione mai raggiunta prima. L'indice MSCI Emerging Market ha anch'esso finito l'anno in positivo, con una performance del 5%.

Ma riviviamo l'anno, così da riuscire ad analizzarlo meglio:


Le aspettative dell'anno erano di una crescita molto bassa dell'anno: dell'1.9% circa di media. L'anno è terminato con un +24.9%, ovvero un 23% in più al target medio.

Cosa significa?

Che va bene leggere le informazioni. Ma state lontani da chiunque affermi di poter predire il futuro. Non ci riescono le più grandi banche di investimento del mondo, non possono farle le persone che lavorano da sole su internet che vendono corsi o portafogli vincenti.
Dare soldi a queste persone vuol dire buttarli.



Nel 2022 abbiamo vissuto l'ultimo Bear Market, ovvero l'ultima situazione di mercato in perdita per un oltre -20%. Il calo è durato 9 mesi, e ha richiesto ulteriori 15 mesi per tornare a nuovi massimi (Gennaio 2022 - Gennaio 2024).

Il calo del -28% che abbiamo visto ha richiesto un Rally del +38% per tornare nuovamente ai livelli massimi. Ricordatevi della matematica durante il prossimo periodo "difficile".

Il tutto senza una recessione. Perchè è vero che l'economia e i mercati finanziari sono correlati, ma non è vero che sono la stessa cosa.



I primi mesi dell'anno si sono mossi come l'anno perfetto.
I mercati sono saliti in modo limpido, senza sbavature. Giorno dopo giorno segnavano nuovi record, risultando come uno dei migliori anni di sempre.

A fine del primo semestre, il mercato azionario USA segnava un +14.5%, a 5.460 punti, sopra ogni target-price di ogni previsione.
La salita è continuata indisturbata anche a Luglio, fin tanto che non è arrivata quella meteora di Agosto, direttamente dal Giappone (per approfondire vedete l'analisi di Settembre).

Il 5 Agosto il Nikkei 225, l'indice azionario Giapponese, perde il 12.4% in una sola sessione, il secondo più grande crollo di sempre. Considerando anche il giorno precedente, il calo è stato superiore al crollo dell'Ottobre 1987.


La paura ha contagiato tutti i listini, portando anche quello Statunitense a perde il circa 10% in pochi giorni. Portando anche la sfiducia negli investitori, che pensavano che il peggio dovesse ancora venire dato che i mercati erano troppo tirati.

Ma la paura non si è realmente materializzata, con l'indice che ha poi recuperato velocemente.

A Settembre abbiamo poi visto il primo taglio da parte della FED, la banca centrale Statunitense. Dopo una politica super aggressiva nei rialzi (vedasi il recap del 2023), in poco tempo vi è stato un taglio cumulativo di 100 punti (-1.00%), portando i tassi dal 5.25%-5.50% al 4.25%-4.50%.
I bond a breve termine hanno così seguito l'andamento calante dei rendimenti, mentre i Treasuries a lungo termine si sono mossi nella direzione opposta, a causa delle aspettative future cambiate rispetto a quanto inizialmente preventivato.
Il rendimento del decennale USA infatti è passato dal 3.88% a inizio Gennaio 2024 al 4.58%, il valore più alto mai visto dal 2006. Praticamente, il mercato dei bond stava prezzando il fatto che l'inflazione potesse non essere finita (soprattutto in vista delle politiche espansive di Trump, come visto nel recap di Novembre). Per cui la Fed avrebbe dovuto rallentare il taglio dei tassi precedentemente preventivato. E pare che la stessa Fed abbia recepito il messaggio, cambiando il suo atteggiamento nelle previsioni di Dicembre 2024, aspettandosi anch'essa una inflazione superiore nel futuro.

Ma come è finito quindi quest'anno? E chi dobbiamo ringraziare per questi rendimenti?
Tutte le valutazioni sono al momento estreme.


L'S&P500 ha chiuso l'anno con un guadagno del 25% (considerando il Total Return, ovvero anche i dividendi). Questo 2024 è stato il secondo anno consecutivo ad avere un rendimento del genere, cosa che non si vedeva dal 1997-1998.


Ma cosa ha dato questo boost ai listini? Utili e aspettative. Gli utili operativi sono aumentati del 9% durante questi nuovi massimi, e le aspettative per la crescita futura sono ora al 36% sopra alla mediana storica dal 1989.

Nel mentre, l'S&P500 ha registrato 57 nuovi massimi quest'anno, risultando nel quinto anno con più massimi di sempre (a segnare la linearità dell'anno).

Per i bond invece, questo decennio non è stato particolarmente favorevole, a causa proprio della caduta dovuta al rialzo estremo dei tassi di interesse post Covid (-2% cumulativo su 10 anni). Ma il futuro dovrebbe essere molto più positivo, dato che adesso si riparte da un tasso di interesse decisamente più alto rispetto a prima (ricordo essere il più alto livello dal 2007).

Il portafoglio 60/40, che in molti dichiaravano come "morto" nel 2022 quando sia le azioni che le obbligazioni calavano, è salito del 18% nel 2023 e del 15.5% nel 2024. Non male per essere "morto".
Ancora una volta, vediamo come le statistiche e i numeri sono l'unica cosa che contano. Attenzione a chi vi vende paura, cercando poi di darvi la soluzione (a pagamento ovviamente).


La spinta maggiore, la superperformance delle società più capitalizzate USA è ancora una volta fatta dalle cosiddette Magnificient 7, che hanno continuato a dominare il mercato, tra tutte Nvidia, con un +171% nel 2024, e un +820% nel 2023-2024.

Negli scorsi due anni, abbiamo assistito a una sovraperformance paurosa da parte di queste società, sia rispetto all'indice S&P500, che a all'indice S&P Equal Weight, dove ciò tutte le società sono equalmente pesate nell'indice (a differenza dell'S&P500, dove il peso dipende dalla capitalizzazione di mercato).

A Dicembre 2022 queste società pesavano per il 20% nell'indice.
A Dicembre 2023 il 28%.
Oggi pesano il 33.5%, il livello più alto di sempre.

Anche per quest'anno dunque, escludere queste società sarebbe significato sottoperformare il mercato, dato che più della metà della performance di tutto l'indice deriva da queste sette società.

Ma le valutazioni estreme non finiscono qui:
- Il Dow Jones è in positivo da 12 anni di seguito, dal 2013. Basterebbe un solo nuovo massimo in questo 2025 per battere il record storico del 1989-2000.
- Le società Growth hanno sovraperformato le società Value del 19% nel 2024, seguito da una sovraperformance del 31% nel 2023. E' stata la più forte sovraperformance nella storia su un periodo di 2 anni, sorpassando il precedente record del 1998-1999. Il livello Growth/Value è al livello più alto dal Marzo 2000.
- L'S&P500 ha sovraperformato l'S&P500 Equal Weight del 12% nel 2024 e del 12.4% nel 2023. L'unico biennio migliore è stato quello del 1998-1999.
- L'azionario USA ha sovraperformato l'azionario internazionale del 19.8% nel 2024, dopo il 7.7% nel 2023. La sovraperformance migliore dal 1997. Il rapporto Emerging Market/US Equities ha raggiunto un record al ribasso nel 2024, superando il precedente limite minimo del Marzo 1999. L'azionario USA ha ora sovraperformato l'azionario internazionale per 16 anni, con un enorme margine di differenza (negli anni 2002-2007 ha invece perso un circa 10% l'anno rispetto agli Emergenti).

Qui a lato possiamo vedere un riepilogo delle performance delle varie asset class:

- Bitcoin: +120.8%
- Oro: +27.2%
- US Large Caps (S&P500): +23.3%
- US Small Caps (Russel 2000): +10.1%
- US Dollar Index: +7.1%
- Emergin Market Equities: +4.0%
- Commodities (Materie Prime): +2.6%
- US Real Estate: +1.1%
- Petrolio: +0.7%
- Intl Developed Market Equities (EAFE): +0.4%
- Short Duration Treasuries (1-3 Anni): -0.1%
- US Corporate Bonds: -2.6%
- Long Duration Trasuries (20+ Anni): -11.7%




Benchè facciano paura, e mettano ansia, i cali di mercato sono normali. D'altro canto, se salisse e basta, il premio per il rischio non potrebbe essere così alto nel tempo.
Come si può vedere, nel tempo, nonostante le performance eccezionali, ci sono stati annualmente forti oscillazioni, anche molto decise (vedasi il -34% nel 2020 a causa del Covid, con l'anno che ha comunque chiuso a un +16%).
Detto ciò, nonostante l'entusiasmo che vediamo attualmente sui mercati, è bene ricordare che stiamo vivendo un momento "d'oro". E' passato attualmente un anno senza una correzione del -10%. Per cui un eventuale calo futuro non dovrebbe sorprenderci troppo.
L'importante è rimanere focalizzati sul proprio obiettivo temporale, i propri obiettivi di investimento, e modificare il portafoglio solo quando e se necessario, in base soprattutto a modifiche delle condizioni personali.
Storicamente, i migliori giorni di mercato si sono visti proprio durante le fasi di ribasso. Uscendo in tali fasi, il risultato del portafoglio potrebbe essere molto diverso da quanto aspettato!

Ma cosa dovremo aspettarci in questo 2025?


Le aspettative dipenderanno ancora una volta, come detto in apertura, dai tassi di interesse delle banche centrali. Il mercato USA si è mostrato ancora una volta più forte delle attese, con un dato sulla disoccupazione in calo rispetto alle attese. Una notizia di per sè che dovrebbe essere vista positivamente, ma che viene adesso letta dal mercato in modo negativo per la paura della ripresa dell'inflazione, che implicherebbe uno stop del taglio dei tassi preannunciato e scontato dai mercati.

Nello scorso FOMC di Dicembre infatti, la Fed ha cambiato tono, evidenziando la sua priorità a stanare definitivamente l'inflazione. Un atteggiamento diverso da quello mostrato nei precedenti meeting, dove la lotta tra inflazione e rischi di ribassi dell'economia dovevano essere un compromesso efficiente.

A salire maggiormente sono infatti stati i rendimenti del Treasury biennale, più collegato alle aspettative di politica della Fed, rispetto a quello del decennale, collegato maggiormente al miglioramento dell'economia.

Come si può vedere qui dal grafico, le aspettative sono completamente cambiate rispetto anche a un solo mese fa, proprio in virtù dei nuovi dati.
Se fino a un mese fa, a Dicembre, era molto più probabile vedere tassi tagliati per ben due volte, ora il mercato prezza un solo taglio in tutto il 2025. Un problema per tutte quelle società più rischiose, come abbiamo visto in questi primi giorni di mercato, dove i settori più spinti hanno perso terreno rispetto a quanto guadagnato a fine anno.



Le nuove promesse elettorali hanno un costo. Quelle di Trump, hanno un costo maggiore (a partire dal fatto di abbassare le imposte sulle società, cosa che Kamala Harris voleva invece aumentare).

E il tutto si tramuta ovviamente in maggior debito. Ma tutto ciò è una conseguenza del mondo attuale. Negli ultimi 10 anni, il Governo Federale degli USA ha visto un aumento delle entrate fiscali del 63%: il problema? E' che le sue spese sono aumentate del 93%!
E tutto questo nuovo debito sta spingendo nuovamente al rialzo i rendimenti dei Treasuries a lungo termine, propio come dicevamo precedentemente, facendo calare il loro valore (per la correlazione valore nominale - tasso di interesse delle obbligazioni).

E questo si ripercuote esattamente nella tabella mostrata prima, ovvero sulla possibilità di nuovi tagli dei tassi in futuro. Un aumento delle aspettative dell'inflazione e un aumento dei rendimenti a lungo termine dei bond, sono elementi che la Banca Centrale non può ignorare. E il mercato lo sta già prezzando.

In più, a soli 10 giorni dal passaggio del testimone alla Casa Bianca, gli Stati Uniti hanno aumentato le sanzioni sul petrolio russo con una forza senza precedenti. E le quotazioni del barile si sono spinte ai massimi da tre mesi, fino a bucare la soglia psicologica degli 80 dollari. Petrolio più costoso significa ovviamente maggiori costi, e quindi, inflazione.

Dipenderà quindi da come verranno applicate tali sanzioni, dato anche il fatto del cambio del Presidente che avverrà a breve. Ma è apparso subito evidente che le misure contro Mosca – subito replicate anche dalla Gran Bretagna – sono davvero molto severe: addirittura le più severe che abbiano mai colpito l’industria petrolifera russa nei quasi tre anni di guerra in Ucraina. L’impatto, almeno in teoria, potrebbe essere tanto forte da capovolgere gli equilibri sul mercato, spazzando via l’eccesso d’offerta contro il quale l’Opec+ sta lottando invano da anni.

Ad oggi quindi, si viaggia ancora una volta a vista, in base ai dati, soprattutto inflazionistici. L'arrivo delle trimestrali potrebbe però andare a controbilanciare l'anno cominciato con qualche difficoltà.
Dati positivi da lato inflazione quindi, potrebbero sostenere il mercato, continuando a farlo salire. Il fatto di essere ai massimi non significa che il mercato debba crollare da un momento all'altro, anzi.

Insomma, oggi più che mai, l'aver mantenuto il proprio obiettivo di investimento, magari avendo sfruttato i ribassi di mercato del 2022 (come vi avevo scrittto nei precedenti aggiornamenti) sta pagando in termini di performance.
Chi ha venduto invece, chi ha stoppato l'investimento per "paura" o per scommessa sulle elezioni, senza mantenere e continuare quello che doveva essere il suo piano di investimento (e per fortuna tra voi in consulenza non vi è nemmeno una persona che l'ha fatto, complimenti!), oggi si sta mangiando le mani, avendo meno - o nessun - soldo investito, vedendo però i mercati a nuovi massimi storici.
Il fattore predominante è la programmazione. Se si investe per il lungo termine, non bisogna avere paura dei movimenti del breve termine ma, anzi, approfittarne.
Se si investe per il breve termine non si devono avere strumenti che, per caratteristica, sono corretti per il lungo termine, vedasi l'azionario. Altrimenti si tratta di una scommessa. E noi non vogliamo perdere i soldi con le scommesse.



Unica cosa che vorrei precisare prima di andare avanti, visto che mi è stata chiesta più volte, riferita alla performance:
Tutti i dati che vediamo a giro, qui, ma anche su investing.com o dove sia, si intendono riservati agli indici, che prendono la performance anno su anno, come se avessero fatto un investimento una tantum il 1 gennaio, e da li non si fossero più mossi. Se si investe tramite PAC, se si fanno aggiuntivi, se si ribilancia il portafoglio, le performance saranno di conseguenza differenti rispetto a quelle degli indici, in positivo o in negativo.
Basti pensare al 2022, come durante il calo di mercato un Piano di Accumulo o aggiuntivi abbiamo fatto beneficiare il portafoglio avendo potuto mediare il prezzo di carico (ovvero il prezzo medio di acquisto), portando il portafoglio nel complessivo ad avere una performance migliore rispetto all'indice di riferimento, nonostante gli strumenti investissero proprio su quell'indice. E stessa cosa accade - in negativo sulla % - quando si accumula su un mercato rialzista, dato che gli acquisti seguenti saranno a un prezzo maggiore, portando il prezzo medio di carico a salire, risultando in una performance diversa rispetto a quello dell'indice (che è rimasta invariata).
Ma, ricordo, che la mediazione è solo una caratteristica del piano di accumulo o degli aggiuntivi. L'obiettivo principale è quello di accumulare capitale, e di ottenere performance su un capitale sempre maggiore.
D'altro canto, meglio avere il +10% su 100.000 euro costruito nel tempo che il +30% su 10.000 euro (non più accumulato per non rovinare la performance positiva), non trovate?
Se si volesse l'esatta performance degli indici bisognerebbe investire tutto una tantum e non toccare più il portafoglio nel tempo. Non la scelta migliore, e nemmeno la più plausibile.


Di seguito qualche grafico interessante, da tenere sempre a mente:

Su un qualsiasi giorno di mercato, la probabilità di avere un rendimento positivo a un giorno sull'indice azionario statunitense S&P500 è del 53%, poco più del lancio di una moneta. Per questo parlo sempre di scommessa a breve termine. Ma aumentando l'orizzonte temporale anche ad un solo anno, questa probabilità aumenta al 75%. Molto meglio, ma non ancora sufficiente per essere sicuri di un ritorno positivo nel tempo. Considerando invece un periodo di 20 anni, il mercato USA non ha MAI avuto un rendimento negativo.
Questo è quello che intendo quando dico che il tempo ci è amico, e diminuisce il rischio.

Il tempo è nostro amico.
Più si allunga l'orizzonte temporale, più statisticamente è probabile di ricevere rendimenti positivi nel tempo.
Dal 1950 ad oggi, un portafoglio a 20 anni non ha mai avuto rendimenti negativi, nonostante la volatilità che abbiamo visto nei grafici sopra (quindi anche periodi negativi nel breve termine). Dal 1950 ad oggi significa anche durante la crisi del 1987, la bolla tecnologica del 2000, la bolla immobiliare del 2008, la crisi del Covid del 2020, e l'inflazione del 2022.
Un portafoglio non 100% azionario invece, statisticamente ha bisogno di meno tempo per avere rendimenti positivi, grazie alla componente obbligazionaria.

Siamo ai massimi, conviene però investire adesso?
Statisticamente si. Investire ai massimi è statisticamente più conveniente di aspettare un qualsiasi altro giorno. Anche se può sembrare contro intuitivo. Solamente nel breve periodo ci può essere differenza. Ma se si investe per il breve periodo, perchè si utilizza l'azionario?

Il tempo è l'unica cosa che spendiamo (o meglio, facciamo passare, perdendolo) senza sapere quanto realmente ne abbiamo. 

Se siamo fortunati infatti, vivremo per circa 80 estati. Solo 80 estati. E far passare il tempo senza pensare al futuro, potrebbe essere un grave errore. Passa veloce.

Vedremo dunque come proseguirà a seconda di come si muovera il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Se riuscirà a mettere la parola fine ai duhe conflitti ormai ben troppo allargatasi, e se attuerà la sua probabile politica di dazi e di forza bruta nella geopolitica.

Da tenere d'occhio poi, soprattutto per il bene dell'Europa, già messa in difficoltà dalla schiacciante concorrenza di USA e Cina, la situazione della Germania, che da tempo è il nuovo malato del continente (oltre alla Francia, con i suoi problemi che sta passando). Notizia di oggi infatti è la nuova crisi di Governo, che potrebbe portare il voto anticipato già a primavera.
Un problema che ci riguarderà da molto vicino, considerato il legame che c'è tra lo Stato tedesco e il Nord Italia in termini di produzione. E' notizia infatti di Dicembre che Volkswagen sarebbe pronta a chiudere tre fabbriche in Germania, dopo l'annuncio a Settembre della cancellazione del programma di sicurezza del lavoro in vigore da oltre 30 anni: il colosso dell'auto non aveva MAI chiuso impianti in madre patria da quando esiste.

A livello obbligazionario invece, se dovesse essere confermato l'aumento dell'inflazione, potremmo allora vedere un rallentamento del taglio dei tassi come scritto prima, confermando tassi più alti per un periodo più lungo di quanto previso. Bene quindi per il reddito fisso, per chi vuole portafogli bilanciati e per chi continua ad acquistare per cedole più alte, non benissimo per chi ha preso obbligazioni a lunghissima scadenza con la speranza di tagli forti e decisi in pochissimo tempo.

Un reminder, ancora ad oggi valido:

La liquidità.

Oggi più che mai, tenere la liquidità ferma sul conto ha un costo opportunità enorme.
Esistono strumenti monetari che replicano l'andamento dei tassi delle banche centrali, attualmente, come visto, molto alti.
A differenza dei conti deposito non hanno vincoli, la tassazione è inferiore, e vi è possibilità di inserire qualunque cifra, senza minimi o multipli (richiesti da molti conti deposito).
Con i tassi attuali, si riesce ad ottenere un circa 3.00% lordo, senza sostanziali oscillazioni. Se i tassi dovessero poi diminuire, questi strumenti andrebbero ad ottenere un tasso di rendimento inferiore, al 2.75, 2.50%, o quanto sia a seconda del tasso di riferimento. Non si vedrà negativo fino a quando i tassi non torneranno in negativo.
Tenere dunque la liquidità ferma oggi non ha senso, quando si può ottenere un rendimento - anche ad accumulazione (o a distribuzione se si preferisce) - alto senza scadenza.

Se avete dunque liquidità a disposizione che non usate e che non volete investire a più lungo termine sui mercati finanziari, questa è la soluzione ideale.

Cosa fare allora oggi?

Per chi ha un PAC a lungo termine, la risposta è sempre la stessa. Guardare i mercati per informazioni, per divertimento, ma non per lasciarsi influenzare sulle scelte di investimento, a meno che non siano cambiate le situazioni personali. Se investo per 10/15 anni, avrà tempo di vedere rialzi e cali ancora parecchie volte. Anche se oggi nella maggior parte dei casi non si mediano più i prezzi come successo per tutto il 2022 e per buona parte del 2023, bisogna ricordarsi come la mediazione non è la funzione principale di un piano di accumulo. Si investe tramite Piano di Accumulo per appunto accumulare il capitale, per farlo crescere piano piano nel tempo, investendo periodicamente liquidità senza farsi influenzare dalle condizioni di mercato. La mediazione è una caratteristica in più che, ben venga se aiuta a abbassare il prezzo di carico, ma che funziona anche al contrario. Con un mercato in salita, si comprerà a prezzi superiori nel tempo, mediando al rialzo.

Per chi ha invece un portafoglio già ben strutturato e definitivo, ci sentiamo per gli eventuali bilanciamenti e/o le modifiche necessarie. A breve arriveranno i report personali per tutti.
Ricordo poi, per chi ha un PAC manuale, che gli inserimenti arriveranno ad inizio mese per tutti (intorno al 5/7 del mese). Ci saranno 20gg per accettare la proposta, in qualsiasi momento, dato che è fortunatamente caduto il vincolo di doverlo accettare a mercato aperto.

Per sentirci per eventuali aggiornamenti del portafoglio/situazione personali, vi ricordo la possibilità di fissare un appuntamento quando più volete (oltre alle classiche chiamate/email) dal link calendly, che trovate qui o nella mia firma per email: https://calendly.com/poggileonardo_finanza/appuntamento/

Ricordo poi che se vi fossero situazioni familiari/amici che necessitano aiuto per i propri investimenti per migliorare la loro condizione finanziaria/investimenti in essere non efficienti, sono disponibile a sentirli e vedere se possiamo aiutarli. Ogni referenza è infatti ben apprezzata!

Ricordo inoltre che sono da ora ufficialmente attivi tutti i simulatori sul sito: https://poggileonardo.com/strumenti-e-simulatori-finanziari/

Potrete trovare:
– Calcolatore Interesse Composto
– Calcolatore Rendimento Obbligazioni, Titoli di Stato e BTP
– Calcolatore Pensione e Risparmio Fiscale
– Calcolatore Inflazione
– Calcolatore Interesse Semplice e Composto
– Calcolatore Mutuo

E’ inoltre disponibile anche di recente il Manuale del fondo pensione, per una scelta consapevole in base alla situazione personale e lavorativa: https://poggileonardo.com/fondo-pensione-il-manuale/
Stiamo poi lavorando ad altri simulatori e manuali, per dare sempre maggiori informazioni e poter scegliere al meglio, su dati oggettivi, come destinare i propri capitali, così da diminuire il più possibile errori.


Se non l'avessi già fatto poi, mi chiedevo se fosse possibile lasciarmi una recensione sul lavoro che stiamo facendo (anche solo sulla disponibilità), che sembra sia molto importante per chi mi trova online 🙂
Lascio qui il link, ci vuole meno di un minuto.

https://g.page/r/CXH2qlEOhGn_EAg/review
Meglio se loggato su google cosi si vede che sono persone reali, Grazie mille!

Come sempre, se doveste avere qualsiasi dubbio, avete i miei contatti.

Un saluto,
Leonardo


Ah, quasi dimenticato.
Siamo ancora oggi la pagina Instagram più seguita in ITALIA come pagina personale di un Consulente Finanziario.
Un bel traguardo 🙂

Qui gli aggiornamenti precedenti:

https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-il-nuovo-presidente-usa/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-settembre-2024-ok/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-il-primo-semestre-del-2024/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-aprile-2024/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-febbraio-2024/
https://poggileonardo.com/aggiornamento-mercati-il-2023/


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